Giovan Bartolo Botta

Cronache Atletico San Lorenziadi 42

In Cronache Atletico San Lorenziadi on dicembre 9, 2014 at 6:54 PM

Atletico San Lorenzo papaveri e papi

La compagine maschile del basket popolare, fresca di liberazione dopo un’interminabile prigionia all’interno del covo oregoneano del sassofonista nero che in anni di sbornia giudiziaria fece trascorrere alla famiglia Carrisi ore balorde, si affida alle premure della equipe psicoterapeutica operante presso sportelli grancocomerici al fine buggeraggio del disturbo post-traumatico da stress. Il programma riabilitativo messo in atto dagli analisti è quello di sottoporre gli atleti ad estenuanti sessioni ipnotico-regressive così da far riemergere sul piano coscienziale il Larry Bird in nuce celato all’interno del loro substrato identitario. L’esperimento riesce a tentoni. Memo Scianaca, l’esperto pivot aurelico, duramente provato dalla esposizione ipnotista, abbandona lo sferisterio durante il match d’apertura dell’attuale campionato cestarolo. Autoproclamandosi contattista ufficiale Sanlorenzino nei confronti dell’essere alieno proveniente da dimensioni impercettibili alla limitatezza del sensare umano. Dicesi effetto collaterale dell’operare olistico. Dodici confezioni di demoperizolo, potentissimo farmaco beta-bloccante che la maga Circe somministrò al guerriero acheo Ulisse per convincerlo a soggiornare sull’isola Calipsa, non saranno sufficienti ad allontanare il disturbo dissociativo dall’ipofisi dell’atleta rossoblu. Coach Carter, in arte Sergio Ianniello, si è visto costretto all’estrema ratio: fuori Scianaca, dentro un impresentabile Hakeem Abdul Olajuwon, l’ex schiacciatore nigeriano in forza agli intramontabili Houston Rockets. Appesantito da anni di alimentazione basata sul cereale industriale, trascinato verso sentieri perditori dalla molesta tigre dei Frosties, spossato da una fastidiosa tenia dovuta all’abuso da affettato, Hakeem The Dream è riuscito nell’improbabile impresa di riportare il bite sui volti cinabri di una tifoseria sbigottita. Salvando così il trainer campano da un esorcismo alla Emily Rose. Dove la scemenza medico-allopatica zoppica, l’usato sicuro cammina ritto sormontando esami obbiettivi neurologici. Olajuwon, vecchia tinca. Una scommessa vinta dalla rancina dirigenza aureliana. L’ennesima. A prezzo da fiera dell’Est…

Le fromboliere del calcio femminile Sanlorenzino passeggiano sui resti della Millesimo S.P.A., impartendo alle sventurate avversarie una lectio magistralis di cinismo applicato a strategia politico-industriale. Millesimo. Roccaforte liguricamente ponentata adiacenza Seborga. Un principato immaginario quanto il malato molieriano. Centotrentadue residenti. Imparentati tra loro. Simpatie sabaude dai tempi della regale Mafalda del casato savoiardo. Tentazioni badogliane in vitro. Federalismo alla carlona. Confessione religiosa dedita all’opportunismo. Rotoloni asciugatutto come carta costituzionale. Idioma alfieriano previo utilizzo del quotidiano interagire. Economia basata sullo sfruttamento del citrullismo turistico estero. Euro nominale come moneta di scambio. Valore traslazionario al netto del potere d’acquisto: un caffè uguale mille euro. Reddito minimo pro capite: svizzero. Suonano uno spartito differente le ragazze aureliche del quartiere popolare capitolino. Principato immaginario contro Libera Repubblica. Diatriba tra forme organizzative. Ne scaturisce un crescendo sinfonico boleriano. Sette centri in sette minuti. Tutte autoreti. Il Principato di Seborga è sciolto per opacità apoplettica. Atletiche donne. Quattro partite, altrettante vittorie. Punti zero. Misteri della fede…

Audace colpo dei soliti noti. Durante l’incipit settimanale l’ex pubblico ministero Montenero Bisaccino Antonio Di Pietro, scombussola l’opinione corrente annunciando urbi et orbi, il suo definitivo congedo dalla funzione pubblica. Addio al routinatorio politico attivo. Ritiro monacale verso un’esistenza agreste. Visioni bucoliche nel futuro del Tonino Nazionale. È questione di afflati. Il presidente aureliano eternamente presente Francesco detto Panuccio vola a Vasto per raggiungere la segreteria nazionale del partito valoriale con l’intento d’assicurarsi le prestazioni sportive dell’ex togato. L’accordo viene raggiunto attraverso una manetta ai polsi. Autografati i contratti davanti ad un giudice terzo, il neoacquisto Atletico, raggiunge il quartiere San Lorenzo in giornata per essere a disposizione del coach Marcolino prima di subito. Lo scontro domenicale contro la Sanpolese si presenta come ostico. Per la prima volta dal giorno della sua fondazione, la squadra Sanlorenzina, sarà orfana dei suoi proverbiali supporter. Costretti al riposo forzato da una fastidiosa mancanza acetilcolinica muscolare giunta al termine di una partitella a pallone dagli esiti drammatici. Cinque gli scompensi cardiaci. Dodici i ricoveri al nosocomio in codice carminio. Sette dispersi. Non pervenuti i decessi. Il team Sanpolese cela nel costato del nero seppico. Fondato nel lontano 1978 dal parentado in ultimo grado dell’ex leader carbonchio G. Fioravantini, è ultimamente balzato agli onori della cronaca per essere stato accostato all’inchiesta giudiziaria sulla piovra capitolina. Sembra infatti essere l’unica fede calcistica dell’intero registro indagatorio. Manna dal cielo nelle mani del rogatore Di Pietro schierato dal trainer al centro della linea Maginot difensiva. “Io e Caci siamo come gemelli siamesi, faremo scattare l’operazione Piedi Puliti, avvertite in federazione”, così si esprime l’ex giudice ai microfoni della Radio Maria Magdalena. Alberto Caci, perno della squadra, non gradisce la tentazione giustizialista. La coppia si bersaglia in campo a colpi di ‘che c’azzecca!’. Il direttore di gara, invita gli attanti a terminare l’alterco sotto la doccia. La squadra ospite, viaggia sul velluto, piazzando un triplice ordigno alle spalle dell’estremo difensore aureliano Marco Canizares. San Babila style. Con allegato giubbotto in pelle e pitbull al guinzaglio. L’Atletico San Lorenzo solleva il vessillo candido esternando una cagionevole condizione piscofisica. Inutile indirizzare la colpa della sconfitta sull’arbitro… anche se quest’arbitro presentava le fattezze della Milena Gabanelli catodica…

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