Il nuovo capocomico credeva. Praticamente un prete. Di più. Un nunzio apostolico. Apostolava spesso. Tutto. Ovunque. Ponitificava. “Tu in quanto attore brami il lusso, insegui il vizio, giungi in ritardo, vivi la notte, non vedi il sole al mattutino, al meriggio fai merenda e discuti solo di aperitivo ecc. ecc., pentiti! Pentiti e recita, ma recita in silenzio poiché hai colpa nell’ardire di voler attorare, ergo sono 150 Ave Regina e 75 Padri di Dolore” Saulo il Tarsita ti avrebbe fatto sentire più adeguato alla situazione. Avrete i copioni la prossima settimana unicamente dopo esservi consigliati con il padre spirituale, da poco ingaggiato dal capoccia di Subalpia Spettacoli, così, tanto per darsi un volto angelico e spazzolare via le nerbate subite durante la stagione giudiziaria. Le ronde dal padre spirituale si rilevarono autentici macigni sul fegato. Roba spissa! Padre non ho amici che faccio? Padre le ragazze mi scherzano che faccio? Padre ho smarrito la mia arte che faccio? Padre i miei genitori mi rimproverano di non aver terminato gli studi che faccio? Li ammazzo con l’aiuto del mio amico Alberto (Stasi)? Ma il padre da esperto gnomo anziano di bosco ti proponeva sempre la medesima soluzione: abbassati i calzoni figliolo che voglio farti vedere una cosa. E tu giù a passiveggiare con il tuo stillo nella sua cavità orale nastante di fettuccine al ragù e pezzo di scarola fra l’incisivo e il dente del giudizio. Dopodiché se toglievi il disturbo nell’istante della centrifugata seminale il messo di nostro Signore dava di matto e rischiavi di ritrovarti a recitare nei peggiori tuguri di paese. Tra colleghi si cercava di porre mano alla sibilla. U.G. Gradabelli si propose come portavoce del sindacato interno dei lavoratori dello spettacolo. Ma il sindacato stesso non aveva niente da dire. Ergo non ci fu nulla da fare come disse Ulisse a Ettore dopo avergli somministrato la giusta dose di solletico ai piedi. C’era chi subodorava il fritto. La fregatura. Alcuni attori giravano per le sale del Teatro Novello con gli amuleti cuciti ai sandali per allontanare la rogna del momento. La penitente stagione giudiziaria ci aveva reso tutti diffidenti. Ricordo in quei giorni di aver rivisto un mio vecchio compagno di recite. Lo conobbi durante le prime rappresentazioni sotto la ditta. Mi venne incontro come se avesse visto la madonna. Gli sparai a bruciapelo. Solo dopo lo riconobbi, ma lui era già cadavere. Scese in me l’imbarazzo. Con un filo di voce riuscì a soffiarmi le sue ultime volontà che nella fattispecie furono: pensaci tu a mia moglie. Uccisi anche lei. Con la stessa arma. La ragazza per la quale persi il senno, perse il senno per un altro il quale lo perse per un’altra che lo perse per un ciabattino di Treviso. Riportai il senno al centro dell’universo e mi concentrai su una collega del cast. In fondo il teatro serve anche a quello… a dare vita e carne a dei sentimenti che altrimenti rimarrebbero solo pensieri. Operai da poeta quale non sono. Feci un salto al quinto girone o giù di lì per chiedere lume a Lucano, Orazio, Virgilio, Ovidio, Tazio e altre vecchie volpi di quel tipo. Mi dissero: guarda fa attenzione ai sodomiti, loro sono peccatori forti, mancicchi, è gente dalla quale ti devi coprire le spalle. Con una curiosità tale da oscurare quella di Ulisse mi fiondai dai sodomiti. Con loro parlai di costituzione e altro, mi congedai sapendone di più sulla vita. Colsi dei fiori per quella ragazza, dei mughetti, dalle suore salesiane militavo nel team dei mughetti, peccato che lì sradicai fuori stagione. Fuori tempo massimo. Venni squalificato e la fanciulla utilizzò i miei fiori per insaporire il suo minestrone a base di carubbe e sgnacche. Le regalai dei manuali in portoghese che trattavano di sublime misto all’estetica universale, tanto per farle intendere che non leggevo solo Playman. Non capiva il lusitano, blaterava correttamente tre linguaggi, l’italotavoliere, il sufurio, l’anglomanciuriale. Accettò ugualmente il mio regalo e dopo poche settimane mi confessò che alla sua amica brutta e unta erano garbati molto e che defungeva dal desiderio per la mia persona. Confidai il mio dramma sentimentale all’amico Alabino Banderuola, l’attore per antonomasia e per anatomia. Mi disse “Tranquillo, ci parlo io, lascia fare a me che te la consegno tra le lenzuola su un piatto d’argento”. Ci parlò. E divenne la sua ragazza. La sera della prima, in piena regola Cassavetes, il recitante Bepi Biundu organizzò un party alla Carlona: Vernaccia del discount e fumo allungato con dei cuneesi al rum. Si innalzarono calici e califfi. Al sorso numero tre, quello divinatorio, l’attore Salomone Pavone, meglio conosciuto con lo stampino di O sole mio, già stava in shock anafilattico. Si ripropose ai vivi dopo una buona cura di Dildo negli usci. Il campano Manlio Altola, famoso nei turletti con lo pseudonimo di Ciuccio Grosso E Versatile ci intrattenne a suon di canzonette e lingua zotica. Fu allora che ci congedammo con un segno della croce e un altro segno non verbale all’indirizzo dei produttori. La quarta replica fu l’increscioso. I montoni giunti apposta dal Regno delle Due Sicilie con l’intento di aggiungere un tacito bretoniano allo spettacolo voltarono fuori dal recinto puntando dritti sulle prime file di spettatori. Che grazie all’incuria del ministro delle arti e dello spettacolo erano vuote. I caproni furono in un primo tempo calmati con delle tecniche di masturbazione. A quello ci pensarono i tecnici che sono pagati apposta. Ecco spiegato il motivo del loro nervosismo perenne. In un secondo tempo furono sedati con delle punte di compasso intinte nel barbera. Infine fu un’antica pratica utilizzata dai coloni portoghesi per convincere i mori a dare il meglio sui campi di lavoro a calmare le bestie canute. La pratico del vibro. I capi di bestiame vennero abbattuti e serviti nel banchetto pasquale. Le attrici Derettana Suggerimento e Paprika Treominiallavolta utilizzarono la lana per fabbricarsi dei perizomi al penultimo urlo. Furono parecchi gli uccelli a mettersi sull’attenti! Star Drinkwater fece serpeggiare la voce di un ritocco al ribasso sui contratti di lavoro. Che già puzzavano di elemosina. Più che contratti erano strette di mano. Con minaccia. Se hai qualcosa da ridire sul trattamento economico ti ritroverai col culo per terra. Come protesta gli attori giovani Mascionardi e Pluto Scudiscia, detti i gemelli del vasello, si diedero a torce umane di fronte al palazzo. Ma sbagliarono palazzo dunque il loro sacrificio fu vano. I loro resti vennero amorosamente ricomposti dai randagi dell’isolato. Sia i gatti che gli immigrati. I sette giorni antecedenti la nascita di Gesù, l’unico frutto di uno schizzo divino senza colpa alcuna, i vertici dell’azienda porsero al nostro apparato uditorio la lieta novella: signori, siete licenziati! Eccovi un breve estratto che l’assessore alla cultura Fiaschetto Alfiani estese a teatri unificati con il beneplacito del ministero centrista romano. Era il 18/12/2008. Questa data passò alla storia nonché alla geopolitica con il termine di: non guiderete più seduti.
“… e considerando il fatto di vivere in un pieno rinnovo globale delle istituzioni, compreso in una globalizzazione planetaria che vede rinnovarsi in primis i modus operandi di entità importanti nell’educazione di un essere umano quali la chiesa, l’economia di mercato, la politica e la partitocrazia ecc…. per non parlare delle arti, parliamone invece, sempre più a contatto con un rinnovamento che vede nel progresso e nell’informatizzazione nonché nella robotica e nella genetica quantistica nonché nella fisica esplicita il volto di una nuova era superiore a quella analogica ecc. ecc…. per salvaguardare il pianeta grazie anche all’apporto di una conoscenza e di una consapevolezza nuova che vedono nella nostra cultura millenaria le radici di un tesoro prezioso ecc. ecc…. ma detto ciò non si deve dimenticare il punto comune verso il quale l’umanità deve ambire dando sempre e comunque massima importanza ai diritti dell’uomo ma anche alla possibilità di scoprire da parte dell’uomo stesso nuovi ambiti e spazi che debbono nella ricerca del sapere ecc. ecc… ed è con questo alto senso delle istituzioni, ribadendo il massimo rispetto della magistratura, dell’autorità ecclesiastica con il beneplacito delle maggiori potenze mondiali che io in persona sottoscrivo il mutamento di un’arte nobile quale il teatro che nel corso del tempo nonostante la venuta alla luce di nuove forme espressioni e linguaggi della creatività umana ha saputo con audace coraggio nonché con la forza della fede e della fiducia mantenere una posizione di dignità e blablabla… dichiaro solennemente nero su bianco in accordo con le industrie robotiche nipponiche e i più alti vertici di produzione di armi mondiali l’ingresso sui palcoscenici di Attori Artificiali et virtuali in sostituzione della vecchia e fallace figura dell’attore umano e analogico purtroppo in grado di avere una propria opinione. Che Dio ci benedica!!! L’Italia risorgerà.”
Le ultime righe le spendo per dirvi, cari amici, che mi sono buscato un herpes al glande, e che gli attori licenziati vennero lasciati a crepare di stenti e di umiliazioni al pari di altre fasce di lavoratori, ma questa è un’altra storia…
[spingi qua per arrivare al punto di partenza!]