Giovan Bartolo Botta

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No Vasco (Atto unico)

In polverie o poesie, teatro on settembre 30, 2017 at 6:58 PM

_Occhio a quella, fai attenzione

_Perché. È stronza?

_No affatto. Anzi. Però…ascolta solo Vasco

_Solo Vasco? Nient altro?

_Si. Quella ascolta solo Vasco fidati

_Come fai a saperlo, la conosci?

_Si, ci sono uscito insieme

_Ci sei uscito insieme!? Quando?

_Alle medie!

_Alle medie!?, cazzo me è un sacco di tempo fa

_E allora?

_Be, è possibile che nel frattempo abbia ampliato il proprio raggio d’ascolto

_Macché, te l’ho detto, ascolta ascolta solo Vasco

_Pazzesco!

_Certo! Una roba folle! Quando ci imboscavamo voleva sempre che mettessi Vasco nell’autoradio

_Sul serio?

_E che per finta? Quando attaccava con Albachiara me lo prendeva in bocca e gli dava un morso!

_Cosa? Ma che cazzo stai dicendo!?

_Te lo giuro una minorata mentale! Una furiosa totale

_Si, ma chissà che dolore?

_Un dolore cane! Roba da correre al Pronto Soccorso. La prima volta che mi fece sto scherzetto l’ho fatta scendere dalla macchina e l’ho mollata a piedi vicino ad un immondezzaio

_Hai fatto bene

_Cazzo si!… Poi dopo cinque giorni sono tornato a prenderla

_Cinque giorni! Ma è un’eternità! Poteva anche crepare di freddo

_None, era Agosto

_A ecco! Era Agosto! Perché’ sei tornato a prenderla?

_Ero innamorato!

_Tutto li?

_Si tutto li…e poi infondo quei mozzichi all’uccello non erano così male!

_Tu stai fuori amico! Senti ma ti hai mai spiegato il perché?

_Il perché di cosa?

_Del fatto che ascoltasse solo Vasco

_Perché una negra gli aveva fottuto il fidanzato

_E questo che cazzo c’entra?

_Anche a Vasco gli era successa una cosa del genere

_Ah si? E lei si rivedeva nella stessa tragedia?

_Si precisamente, a Vasco quando era pischello un negro di nome Alfredo gli aveva fregato la ragazza

_Un negro di nome Alfredo?

_Embè?

_Ma come fa un negro a chiamarsi Alfredo scusa?

_Perché, che c’è di strano? Come dovrebbe chiamarsi un negro?

_E… non saprei. Però Alfredo mi sembra quantomeno bizzarro ecco

_Conosco negri che si chiamano Ugo o MarioPio

_Ugo o MariPio? Saranno negri di Bergamo!

_Si, di Bergamo Bassa. Ma non sparare fesserie! Anni fa ho lavorato con un negro. Alto, spesso come una pertica, una nerchia da doversela legare alle gambe! Bene si chiamava MarioPio

_Gliel’hai vista?

_Cosa?

_La nerchia

_Si, cioè intravista diciamo…dopo una partita di calcetto

_Dove ci hai lavorato?

_Al mattatoio!

_Al mattatoio?

_Si al mattatoio

_Macellavate cavalli?

_No, pulcini

_Pulcini?! Questa proprio non l’ho mai sentita

_Cosa?

_Macellare pulcini. Da che mondo è mondo i pulcini non si macellano

_A no? E come li uccidi, con la cerbottana?

_Mannò, intendo dire che i pulcini non vengono macellati

_Non vengono macellati? E come vengono soppressi scusa?

_Gli sparano

_Gli sparano?

_Si, gli sparano. Un colpo di pistola! Uno solo. Proprio qui. In mezzo alla fronte. Un colpo secco. E loro stramazzano a terra.

_Ho sentito dire che in Francia gli spezzano il collo

_Ai pulcini?

_Si, ai pulcini

_Con le mani?

_Con le mani!

_Gagliardo. Fanno un sacco di cose interessanti in Francia

_Mentre in Scozia li ammazzano a bastonate

_A bastonate?

_Si, è una tradizione antichissima. Pensa, risale addirittura al medioevo

_A bastonate?

_si, all’inizio li si rimpinza di cibo facendogli credere che il mondo sia un posto piacevole, poi dopo qualche giorno li si fa scorrazzare liberi in cortile e li si insegue con un bastone in legno di cedro pesantissimo e li si abbatte come birilli

_Porca vacca!

_Si si. È una usanza cattolica. In certe città invece li danno da divorare vivi ai bambini

_Un usanza cattolica?

_Diciamo bucolico-cattolica

_Quando ero piccolo una volta gli ho infilato un petardo nel culo?

_A chi?

_A un pulcino

_Cosa?! Tu sei pazzo! E che è successo?

_Che è saltato per aria

_Raccapricciante

_Deflagrato in milioni di pezzi

_Dio che schifo

_Un pezzo del suo beccuccio mi era finito nell’occhio

_Ti ha fatto molto male

_Un po. Ho dovuto disinfettare l’occhio col colluttorio

_Col colluttorio? Ma stai fuori?

_Perché?

_Non si disinfetta l’occhio col colluttorio!

_No? E cosa si usa?

_L’acqua ossigenata!

_Sei sicuro?

_Al mille per cento

_Buono a sapersi. Senti, ma lui ci rimase male?

_Lui chi?

_Vasco, per la faccenda del negro ci rimase male?

_Malissimo, fu li che cominciò a bere. E a drogarsi

_Per colpa di un negro?

_Si, cioè non per lui in se, o per il fatto che fosse negro, ma perché sto tizio gli aveva rubato l’amore della sua vita. Poteva essere anche bianco, o giallo o rosa o celestino, ci sarebbe rimasto male uguale…

_ Ed era l’amore della sua vita?

_Chi?

_Quella ragazza, era l’amore della sua vita?

_Quale ragazza?

_Ma come quale ragazza? Quella che il tizio gli portò via, era l’amore della sua vita?

_E che cazzo vuoi che ne sappia, mica l’ho conosciuta?

_Ma se l’hai detto tu prima

_Io? Io non ho detto niente!

_Come non hai detto niente! L’ho sentito benissimo hai detto “gli fregò l’amore della sua vita”

_Chi?

_Il negro!

_A chi?

_A chi cosa?

_A chi fregò l’amore della sua vita?

_Vabbè lasciamo stare. Piuttosto quell’altra, la sua amica, che mi dici di quella?

_Quella coi capelli rossi lunghi ricci?

-Si

_Che sta sempre con lei?

_Si si quella

_Che la segue anche al cesso?

_Si proprio quella

_No no, quella lasciala perdere

_Perché?

_Ascolta solo Jovanotti

_Solo Jovanotti ascolta?, ammazza che palle

_E che non lo so?

_”La pace è bella la guerra è brutta”

_Chi l’ha detta sta cazzata?

_Jovanotti

_Quando?

_Quando era filo-americano

_Perché, era filo-americano Jovanotti?

_Massi non ti ricordi quando cantava “Gimmi five”

_No cos’è sta roba?

_Una sua canzone, ma porca puttana non ti ricordi di niente!

_Quando cantava sta roba era filo-americano?

_Si, almeno così sembrava

_E adesso non lo è più?

_No, non lo è più, almeno non come l era allora ecco!

_Perché che faceva allora?

_Andava sulla moto, si scopava ragazze che erano come la sua moto, giocava col Nintendo

_Tutte cose da filo-americano

_Si tutte cose da filo-americano

_Gli piaceva il sogno americano?

_Di più, Era l’incarnazione del sogno americano

_Odiava la Russia?

_Cazzo se la odiava! La detestava!

_Che diceva?

_Su chi?

_Sulla Russia

_Che era un posto dove faceva freddo

_Tutto li? E basta?

_Si

_Non mi sembra così terribile, voglio dire, in effetti la Russia è un posto freddo

_D’accordo, ma all’epoca era proibito fare certe osservazioni

_Perché?

_Ma come perché? C’era la Guerra Fredda per Dio!. All’epoca in Italia sostenere cose del genere significava esporsi parecchio

_Rischiavi l’ostracismo?

_Ostracismo totale!

_Però, che nostalgia quei tempi! C’erano ancora gli ideali!

_Puoi dirlo forte amico

_io amo gli ideali

_idem

_Come fai a starne senza?

_Non puoi

_E che scherzi?

_L’ideale è tutto

_Pure di più

_Sei sicuro che si scopasse le ragazze?

_Chi?

_Jovanotti, mi è sempre sembrato così puro…

_Puro un cazzo! Se ne sbatteva cinque o sei a notte

_Dio Fa! Era un mandrillo!

_Un festaiolo! Poi ha avuto la svolta buddista ora anziché scopare medita

_Come Baggio

_Baggio è Buddista?

_Mi pare

_A me pare di no! Richard Gere è buddista

_Chi è questo?

_L’attore, quello di Pretty Woman

_Pretty che?

_Quel film di lui che si innamora della puttana

_Non l’ho visto

_Ma dai! L’hanno visto tutti

_Io non l’ho visto

_Massì che l’hai visto, solo non ti ricordi

_Ti dico di no

_Senti sta arrivando il mio autobus stammi bene ci vediamo alla prossima

_Quello? Il 105, Ma è anche il mio

_Ottimo torniamo a casa insieme tu dove scendi?

_Dove scendi tu

_Perfetto…

_Grandioso…

_Hai i biglietto?

_Abbonamento. Tu?

_Abbonamento

_Speriamo comunque di non beccare i controllori

_Si speriamo…Perché

_Mi stanno sui coglioni

_A me di più

_…Credi agli extra-terresti?

_No

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amleto Punk

In polverie o poesie, Riflessioni teatrali, teatro on settembre 29, 2017 at 5:12 PM

Danimarca

ridente cittadina universitaria di Elsinore

tre linee di metropolitana che servono

circa sei milioni di abitanti tra residenti

studenti fuori sede e rifugiati politici

Orazio, non il cavallo arrapato della Disney

bensì lo sbirro, con l’appuntato Marcello

il brigadiere Bernardo, il commissario Basettoni

l’ispettore Manetta e Micky Mouse

dopo avere pestato di botte

i manifestanti in Alta Val di Susa

hanno abbandonato la tenuta

anti-sommossa e sono stati promossi

a guardiani del cimitero di Elsinore

si dilettano di teatro

Uno fece ridere la riviera ligure di Ponente

l’altro quella di Levante

il terzo si esibì solo nel Principato di Seborga

Gratis!

Lo spettro del defunto Re Amleto

li sorprende alle spalle

intenti a massaggiare un busto priapato

raffigurante le effigia di Benito Mussolini

I tre sbirri si cagano in mano

e volano a riferire al giovane principe Amleto

quello che hanno visto

Amleto abito nero attillato vestito a lutto

ragazzo né felice né virile

quarant’anni per gamba, ma abita ancora

coi genitori studente fuoricorso al D.a.m.s vuole fare l’Erasmus

a Vittemberg, un campus di cemento

simile alla Bologna degli anni ottanta,

dove vige promiscuità sessuale

si fuma la canapa e gli shottini di vodka

si pagano ancora in lire di vecchio conio

Un po più che nipote un po meno che figlio

Soffre e si dispera per il prematuro matrimonio

tra sua madre la regina Gertrude, una milf lasciva ma pudica

e suo zio Re Claudio fratello del defunto Padre

I genitori lo rimbrottano

invogliandolo a finire gli studi

e a raccogliere pomodori ai Campi Flegrei per alzarsi qualche soldo

poi si ritirano in camera da letto

e cominciano a scopare rumorosamente

un baccano infernale

Amleto davanti allo specchio della Regina di Biancaneve

manifesta il proprio dolore attraverso

una recitazione talmente sussurrata

da sembrare quasi cinematografica

cosa che manda su tutte le furie il divo Riccardo Scamarcio

Amleto si piace in questa sua abilità artistica

si piace talmente tanto che mentre da fiato

al proprio dolore si porta le mani all’uccello

e comincia a masturbarsi

Le tre guardie lo sorprendono al culmine del piacere

“E che cazzo, quante volte vi devo dire di bussare alla porta?”

“Principe, abbiamo visto il fantasma di vostro padre”

“Non dite cazzate, i fantasmi non esistono”

“Esistono invece, noi l’abbiamo visto, volevamo rivolgerci

ai Ghostbuster, ma sono in sciopero, vertenze sindacali,

allora siamo venuti da voi a riferire”

“Bene avete fatto, conducetemi sul posto ma badate,

se mi avete raccontato fregnacce vi punirò col metodo turco”

“Che sarebbe?”

“Mangerete solo Kebab sino alla fine dei vostri giorni

facendo a meno del bicarbonato di sodio”

Giunti sul posto ecco che si manifesta il fantasma

lo spettro trapassato del Re accompagnato dal fantasma di Marco Pannella

il defunto Re è un ex socialista puttaniere e tangentaro

condannato a sei anni di reclusione per turbativa d’asta

La comunicazione tra vivi e morti avviene

con una generale toccatina ai coglioni

La Danimarca si sa, è un paese molto superstizioso

il Re racconta di essere stato assassinato dal fratello

fratello che ora ne porta la corona

l’uccisione brutale è avvenuta

attraverso l’infame gesto del solletico ai piedi

Tutti giurano di non fare parola con nessuno

per non fare la fine di Alda Merini

o peggio ancora per evitare di essere

psicoanalizzati da Massimo Recalcati

Rosencratz&Guildersten sono una coppia di fatto

conoscono Amleto dai tempi del catechismo

convocati a corte devono scoprire i motivi

della depressione di Amleto

Amleto li smaschera, li sgama

dice di essere triste per motivi di amore non corrisposto

i due amici d’infanzia gli regalano del Prozac

e poi se ne vanno affanculo a Las Vegas scortati da Emilio Fede

Laerte si fionda a Milano per affrontare

i provini di X-Factor

canta di merda e nonostante le raccomandazioni

si prende tre NO da parte di Morgan Fedez e Mara Maionchi

C’è però il Si di Mika che lo premia non tanto

per le qualità canore ma per altre qualità

che non ci è dato conoscere

Ofelia ama Amleto

e viceversa, vorrebbe dargliela

ma Amleto è ipocondriaco teme il contagio

ha paura delle malattie a trasmissione sessuale

allora Ofelia stufa di corrergli appresso

lo accanna e la da a Michele Cassio

che si trovava ad Elsinore in ferie

Amore infelice Amore non corrisposto

Amleto esibisce la sua Venere in Capricorno

invitando la bella Ofelia a farsi Suora

ma la ragazza gli mostra il dito medio

e lui reagisce male malissimo tediando il pubblico

con il famoso monologo dell’Ossessione Compulsiva

“Ossessivo o Compulsivo questo è il dilemma

se sia meglio indossare sempre una maschera

proteggerci e recitare in vita come non si dovrebbe fare sul palco

oppure recitare in vita, su palco, e fatturare a fine anno,

scaricando il 22% di I.V.A sulle spalle di un prestanome.

Dormire, mangiare, non muovere un dito, non fare mai un cazzo

indossare preservativi scadenti per anticipare la morte in vita

ed è per questo che ci tocca sopportare le prepotenze

della Juventus sino alla fine dei nostri giorni”

Parole eterne tremende verità archetipi suggestivi

Un monologo esemplare, una rottura di coglioni senza precedenti

infatti, al termine dello sfogo, del soliloquio, della paturnia,

la platea si è completamente svuotata

Il pubblico si è dato alla macchia preferendo il cinema. Lilli Gruber

o la partita di pallone

Ma poco importa

Sulla piazza di Elsinore è arrivata

la Compagnia di Giro

i Guitti, I Filodrammatici

Gli attori da parrocchia,

Gli amatoriali che infarciscono la battuta

con andamenti tonali alla cazzo

Amleto li detesta

Come li vede, li aggredisce, li schiaffeggia

li riempie di calci in bocca, di pedate nel culo.

li sbeffeggia, li umilia, morde le loro fragili giugulari,

sputa loro in faccia, li rinchiude nella gabbia dei criceti

e poi…ordina loro di mettere in scena

L’Amleto di Shakespeare

nelle traduzioni mescolate di Baldini, Squarzina,

Fontana, Serpieri, D’Agostino, Montale, Quattrone

e Giovan Bartolo Botta (per Edizioni Haiku inscenate da Produzioni Nostrane-Ultras Teatro)

Ma ormai è troppo tardi,

allora L’irrequieto principe è costretto

ad affidare l’opera ad un regista di grido

che gli chiede centomila euro solo per un consulto

la scelta ricade su Luca Ronconi

che dirigerà gli attori (rigorosamente famosi)

dall’empireo celeste insieme a Beatrice (che non c’entra una sega)

e ad una scenografia Imponente fatta di rotatorie, cingolati, liocorni e l’intera casata Agnelli Lapo Elkan escluso

I professionisti (rigorosamente famosi)

cominciano a dare adito alle battute

ma entrano troppo nel personaggio

non ne escono più, si viene a creare

una scissione dell’io con conseguente ricovero ospedaliero

Ronconi, dopo aver incassato l’anticipo,

abbandona il progetto, e Amleto

è costretto suo malgrado a mettersi in scena da solo

Nel frattempo Ofelia è rimasta incinta di Otello

aspetta un marmocchio di colore, Amleto si stranisce,

Polonio, padre di Ofelia e simpatizzane leghista,

la prende così bene che gli viene un coccolone tipo Bossi

rimane offeso nella parte destra del volto,

quella secessionista, sovranista nonché populista

Laerte torna dagli studi di Sky sulla Salaria

e comincia ad Inveire contro Amleto

reo di non essersi sposato la sua amata sorella Ofelia

lo sfida a duello. Calcetto.

Amleto scenderà in campo con

la Danimarca vincitrice, a sorpresa, dell’europeo 1992

Laerte risponderà a tono giocando insieme

al mitico Giappone Reale di Holly e Benji

sabato 16 giugno 1589 finale dei Mondiali di Danimarca

Stadio “Bardo” di Elsinore capienza 967.000 posti in piedi

Le formazioni:

Danimarca:

Schmeichel, Sivebeak, Nielsen, Olsen, Christofte, Larsen, Jensen, Vilfort, Andersen, Povsen, Brian Laudrup all:Amleto

Giappone Reale

Benji Price, Bruce Harper, Paul Diamond, Bob Denver, Ted Carter, Julian Ross, Dani Mellow, Tom Becker, Philip Callaghan, Mark Lenders, Oliver Hutton all:Laerte

arbitra il match Pier Luigi Pairetto da Bergamo (coadiuvati di V.a.r)

telecronaca affidata a Fabio Caressa e Beppe Bergomi

La partita si svolge in un clima piacevole

di assoluta correttezza

Muoiono tutti

il Calcio Moderno ci assolva dagli spasimi del Teatro Moderno

Orazio siamo morti, non siamo mai stati vivi, se mai abbiamo vissuto

non siamo mai resuscitati per poter informare i vivi su cosa c’è dopo la morte,

se Dio esiste non fa per noi, se siamo solo carne per i vermi lasciamolo credere ai comunisti, e voi testimoni omertosi di questa vicenda, testimonierete per me davanti al giudice Antonio Di Pietro, che a Teatro il personaggio non esiste, è come l’inconscio o gli Alieni o le Madonne o che piangono, o Luigi Di Maio o Roberto Saviano, non esiste, ma che caso mai esistesse, sti grandi, grandissimi enormi fottuti cazzi! E che se un giorno il Teatro morirà verrà sepolto, sbertucciato, cancellato, completamente dimenticato, fate iscrivere agli atti, che non è tutta colpa dello Stato!

Amleto Punk. Il Resto è un rumore fuori scena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Svenuto

In polverie o poesie on settembre 27, 2017 at 4:23 PM

Traboccante potere di donnola

divori bolletta oceano silenzi

attenzione strada sterrata tramonto

felice matrimonio solamente decaffeinato

ghiacciai sciolti mancano pochissimo

goliardica fotografia metropolitana

adrenalina romantica

merenda avventura

faccio amore da moltitudine

palcoscenico specchio riflesso

assenzio fuoco assistenza sanitaria

spaghettata raramente

montagna casalinga ritirata strategica ritiro spirituale

spiaggia vacanza acne rosaceo

giardino occupato da formiche rosse

astenersi invalidi per ricordi di famiglia

abbiamo visto marziani in mutande

al bar del manicomio

ombrelloni pederasti privi di occhiaie

cappuccino capriccioso morto a Venezia

quando fragole regalano infezioni micotiche

musica narcolessia solitudine amarezza

imbarazzante macchina blu

viso sul divano

l’ho rivista passeggiare sul Corso fumava

svenuto

i segreti della Melevisione

In polverie o poesie on settembre 27, 2017 at 3:43 PM

Dodo è stremato

il famigerato pupazzo di pezza

ha appena terminato

le riprese di una puntata

dell’Albero Azzurro

l’ennesima

Sono più di vent’anni

che Dodo

si adopera per

procurare sorrisi

sulle bocche innocenti dei nostri

amati bambini

Dodo ama il buon umore

Dodo desidera la pace nel mondo

Dodo apprezza un cielo pieno di stelle

Dodo suona l’armonica a bocca

in azienda si mormora che Dodo quando era piccino

abbia visto Gesù masturbarsi ai piedi del letto

ma questo non è bastato

a fargli ottenere uno scatto in avanti

un avanzamento di carriera

una fottuta promozione

una prima serata una maratona di Telethon

non dico di andare in onda

durante il glorioso sabato sera

sarebbe lesa maestà, che Dio non voglia

Corrado si sarebbe rivoltato nella tomba

ma almeno un quizzettino da condurre

il venerdì alle 19.30 mezzoretta prima

del telegiornale

o un talk-show

tipo David Letterman

dove sbizzarrirsi

ad intervistare ospiti internazionali

o qualche particina da cattivo

in uno sceneggiato del piccolo schermo

così da mettere alla prova

la sua straripante creatività

e invece nada

niente niet zero assoluto

Dodo è, e sempre resterà

il volto per antonomasia

dell’Albero Azzurro un viso pulito

il ramoscello d’ulivo da mostrare

in diretta alle famiglie in caso scoppio della terza guerra mondiale

l’amico fidato che bacchetta genitori sbadati e nonni incontinenti

il pediatra che consiglia al bambino l’assunzione di 39 vaccini

il medico severo che invoglia il lattante a buttare giù olio di fegato di merluzzo

Dodo sarà sempre padre amico fratello sorella e confidente

Dodo ci ha provato a parlare al direttore di rete

un colloquio molto cordiale

riservatissimo

“signor Dodo, lei ha fatto la storia, lei è la prosecuzione di Calimero, lei è meglio di Caballero e Carmencita, lei è più convincente di quel cialtrone di Topo Gigio, lei è il nostro Carosello Contemporaneo”

Ma andatevela a prendere dove il sole batte a stento!

Dodo ha staccato adesso

un’assistente di scena si avvicina

per asciugargli il sudore dalla fronte fisico esile

capello sciupato laurea con specializzazione

il pupazzo ancora sotto botta di adrenalina la schiaffeggia a palmo aperto

l’intero set diventa di ghiaccio tutto si ferma

tutto si blocca tutto si condensa poi tutto riparte

“non provare a toccarmi troia”

la ragazza umiliata comincia a piangere

di un pianto nervoso

capirai, non ha nemmeno un contratto

Dodo si accende un sigaro

lo spegne sulla mano di un nano da giardino

ride a crepapelle e se ne accende

un altro

questa volta molto più grosso e pregiato

c’è il Collie dell’assistente alla regia che dorme pacioso sul pavimento

Dodo gli assesta un calcio nel culo bello deciso

il povero cane comincia a guaire

Dodo ride, si tocca i coglioni e mostra il dito medio alle maestranze

“Ursus, Brutus seguitemi in camerino andiamo”

Ursus e Brutus sono le sue guardie del corpo

i suoi guarda spalla i suoi bodyguards i suoi galoppini

hanno quarant’anni per gamba muscolosi ben piazzati

neri negri tipo ebano o cimurro

Dodo li ha adocchiati che spacciavano ovuli di cocaina

davanti alla stazione dei treni

li ha fatti salire con se in auto

il giorno stesso erano già scritturati

“Sono stanco morto per Dio

dalla direzione ci stanno mandando bambini sempre più ebeti,

oggi, con quel cazzo di marmocchio rumeno

ci abbiamo messo tre ore a girare la scena

dello sparviero e che cazzo”

Ursus e Brutus annuiscono

Dodo si libera degli ingombranti abiti di scena

“mi da al cazzo che mi concino sempre come un pagliaccio”

-Tu sei un attore drammatico papino

-Si, sei un grande attore drammatico

Poveri diavoli. Per salvaguardare il posto di lavoro si sono visti costretti a inculare il loro committente. A massaggiargli le palle con la lingua. Ora lo chiamano confidenzialmente “papino”. Quale magnifico privilegio!

-potete dirlo forte gioie mie, datemi tempo e gli farò

un culo così a quegli stronzi dei commissari di rete

_Bravo papino

-Colpisci forte papino

E quando avrò ottenuto ciò che mi spetta di diritto

vi farò un bel regalino ciccini. Un bel caschetto di banane mature. Contenti?

-Siii, viva papino

-Un abbraccio al più bel papino del mondo

Daje, ho voglia di giocare all’ippodromo, prendete morso e frustino

mettetevi supini e fatevi sculacciare su! giddap! giddap!

Bussano alla porta

-permesso posso entrare?

-Come ve lo devo dire che non voglio rotture di coglioni durante la siesta?

-mi scusi signor Dodo, dalla regia mi hanno incaricato di farle avere la scaletta per la puntata di domani

-di che si tratta?

-gare in piscina con bambini stranieri

_stranieri? stranieri come?, inglesi, tedeschi?

_no, no

_americani, francesi?

_no

-che tipo di stranieri?

-Burundi, Burkina Faso, Brasile, soprattutto Brasile

-Cazzo! Ma come glielo devo spiegare a quegli imbecilli degli autori che per me è impossibile lavorare con questa gente! Devi comunicarci a gesti! Ci metti sette secoli solo a fargli capire dove stanno girati!

_queste sono le disposizioni, mi dispiace

_disposizioni un paio di coglioni! Siete dei pezzi di merda! A questo punto perché non mi mandate direttamente le scimmie che facciamo prima!

_si calmi signor Dodo, lo sa meglio di me anche lei che la rete subisce pressioni esterne, siamo obbligati a usare bimbi stranieri

_quali pressioni?

_associazioni di volontariato, correnti politiche, venti ecclesiastici, ruffiani

_ Ok, ok, mi sta bene, ma chi ci deve comunicare con sti bambocci sono io, sono io che mi devo spaccare la schiena a tentare di spiegare l’abc a questi idioti!

_la produzione si sta attrezzando per procurarle un traduttore

_fan culo! Cosa volete che ci faccia con un traduttore! Mi mandate di tutto! Cinesi, filippini, indiani, africani, mi ci vorrebbe un esercito di traduttori, non uno, un esercito! A, fatemi un favore! Se mi mandate ancora i Brasiliani assicuratevi che si portino le noccioline da casa. Specie se sono nati a Belo Horizonte! Sono stato chiaro?

_mi spiace

_mi spiace! Mi spiace osa!? Dio Madonna! anni e anni di fedeltà all’azienda per sentirmi dire da una passacarte del cazzo “mi spiace”. Uè ciccia, apri bene le orecchie, ora tu vai da quei minchioni di autori e ci dici che il maestro da ora in poi pretende di lavorare solo e unicamente con bambini italiani, che conoscono mi lingua! Te compri? Altrimenti possono cominciare a cercarsi un altro pupazzo per i loro stupidi programmi da celebrolesi! Vai e riferisci! E ora Vaffanculo! Sciò!

Questa è la televisione di Stato

capace di coprire imbarazzanti segreti di Stato

capace di insabbiare lo Stato come se fosse uno struzzo

capace di nascondere ai telespettatori

le reali cause del decesso dell’indimenticabile Topo Gigio

morto di h.i.v nel 1991

quando ancora se ne sapeva troppo poco

Gigio fu sostituito da un sosia

Come Paul MecCartney

Dodo invece è ancora inserito nel palinsesto

vivo e vegeto in splendida forma si versa un whisky

si accende una sigaretta

e comincia a dare un’occhiata

ai social-network

“Alessandro Di Battista è diventato papà”

Bene pensa Dodo, che ci venisse lui

al posto mio …

 

Vademecum di A.s.m.a

In polverie o poesie on settembre 27, 2017 at 2:24 PM

Bevi fernet

molto

soprattutto al mattino

fuma solo sigarette col filtro

possibilmente tabacco

nazionale

evita il sesso tantrico

come la peste

se praticare attività fisica

ti fa stare meglio

falla senza pensarci

soprattutto giochi da tavolo

lascia perdere le scommesse sportive

ti piace il calcio?

Ascoltalo alla radio

ascolta sempre la radio

e regala la televisione

a un tuo amore infelice

ti sarà cosi riconoscente

da chiederti di tornare con lui

ama il prossimo tuo

meglio di te

anche se tifa la Juve

brucia il certificato elettorale

o regalalo a Marco Travaglio

lui saprà cosa farsene

tu non lo so

bevi fernet molto

prima durante e dopi i pasti

se hai rapporti sessuali completi

non usare il preservativo

usane due

leggi fumetti

spostati a piedi

prendi lezioni di canto

disprezza la caccia

evita di baciare in bocca

una puttana

ma se proprio ti scappa un bacetto

non ti sentire in colpa per questo

sappi che al mondo

c’è molto di peggio

vai a teatro muoviti a piedi

lascia stare l’aereo

se ti devi recare in Brasile

usa la fantasia

oppure accontentati

della spiaggia di Ostia

cerca sempre l’amore

in un amore non corrisposto

all’inizio fa male malissimo

ma poi scoprirai che è stato meglio così

Bevi fernet e muoviti a piedi

se incroci

un extraterrestre

o uno spirito guida

o uno spirito trapassato

o uno gnomo con la proboscide

o un asino che vola

o quella stronza della fata turchina

non fare loro mai domande su Dio

sprecheresti tempo prezioso

non ottenendo nessuna risposta

non si può rispondere

su ciò che non si conosce

o su ciò che potrebbe non esistere

sarebbe blasfemo

quasi quanto è blasfemo

il metodo Stanislavskij

se incroci un medico

un politico uno scienziato

o un sacerdote tocca ferro

e passa oltre oppure

cambia lato del marciapiede

ma se il medico

è uno psichiatra

invitalo a cena in pizzeria

e fatti misurare la pressione arteriosa

ricorda che il caffè va sempre corretto

come va corretto il barlume dell’esistenza

perdona i taxisti

e non ti accanire mai

contro un animale domestico

se metti al mondo dei figli

sappi che non sono roba tua

ricorda anche che un osteopata

la saprà sempre più lunga

di un ortopedico

bevi fernet

appena ti alzi al mattino

dodici gocce di psicofarmaco

sono più che sufficienti a stanare la depressione

dodici mi raccomando

non una goccia di più

leggi tanta poesia

scrivine ancora di più

allontana di un giorno

la fine del mondo

credi in quello che fai

anche se non ci credi

bevi fernet scrivi poesia sorridi

adotta un poeta di A.S.M.A

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma Fringe Festival Edizione 2017 San Lorenzo is Back 10

In Recensioni o rescissioni teatrali, Roma Fringe Festival 2017 San Lorenzo is Back!, Uncategorized on settembre 25, 2017 at 2:49 PM

La Finalissima

Come nella Coppa Italia. Per una bizzarra interpretazione del regolamento il Roma Fringe Festival accoglie nelle fasi finali compagnie di teatro esenti dal partecipare alle eliminatorie del girone. Sono teste di serie. Detentrici di titoli. Collezionisti di menzioni. Compagini Teatrali che in passato hanno contribuito a nobilitare il mestiere del teatro vincendo premi u.b.u o nastri argentati. Prime ore del mattino. Fa molto caldo nonostante la bufera di neve. Si prevede una giornata particolarmente intensa. Lunga. Eterna. Eternit. Una giornata faticosa per artisti ambiziosi e maestranze mai dome. La Compagnia Garofoli/Nexus conferma le aspettative della vigilia mettendo le mani su ben due alabarde. Poi, scattate le fotografie di rito, la fuga in treno e la latitanza presso Terni. Il bilancio dell’azienda è stato finalmente stilato. Si è chiuso sostanzialmente con un crack finanziario. I numeri sono impietosi. Non mentono. Non menano il can per l’aia. Sono attesi a breve i registri contabili in tribunale. Gli azionisti di maggioranza sono sul piede di guerra. Quelli di minoranza hanno rinunciato definitivamente ad avvalersi del procedimento penale per intentare una causa. Ottenere un risarcimento sarà praticamente impossibile. Ora la ditta è nelle mani di un curatore fallimentare. O commissario prefettizio se si preferisce. Dalla loro villa con piscina in Umbria Gatti e Garofoli alzano i toni dello scontro parlando di persecuzione da parte della magistratura e abbandono del tetto coniugale. Cazzo c’entra non si sa. Dicono di essere pronti a chiarire ogni dettaglio, di voler collaborare con l’autorità giudiziaria. Ma intanto hanno affidato la loro difesa all’avvocato Pietro De Vivo. Detto il principe del foro. Ex guardia giurata, ex pompiere di viggiù, ex corpo forestale e ex pizzardone. Da anni rispettato e temuto avvocato azzeccagarbugli di stampo civilista. Con i soldi delle rogatorie si è aperto una libreria, Alegre, nel centro del Pigneto. Che tratta solo testi di metratura giuridica. Almanacchi, Faldoni, Materiale di Cancelleria. Nel 2001 è riuscito a far assolvere Osama Bin Laden dalla pesante accusa di insipienza sulla tassa dei rifiuti. Pare che lo sceicco del terrore non praticasse la differenziata. Con grave danno per la collettività. L’avvocato De Vivo senza perdere tempo prezioso ha già inoltrato la richiesta di patteggiamento per i suoi assistiti. Il pubblico ministero capitolino Severino La Licata si è sbizzarrito. Garofoli/Nexus sono accusati di finanza creativa, bilancio truccato, turbativa d’asta e doping. I fatti risalgono al 1995/96 quando l’allora allenatore del Foggia Zdenek Zeman, assistendo ad uno spettacolo della coppia, accusò alcune compagnie teatrali di aver trasformato i camerini in farmacie. Allusione gravissima che fece imbufalire il mondo del teatro nazionale. Garofoli/Nexus replicarono a brutto muso definendo il tecnico boemo un attore fallito dalla personalità labile. Zeman se la legò al dito citando gli artisti a giudizio. La procura di Trani aprì un contenzioso penale. I giudici partenopei Provolone e Lo Cicero presero in esame lo spettacolo “Piccole Donne Crescono”, una messa in scena velatamente pornografica, con protagoniste le attrici Laura Garofoli e Carlotta Piraino. La regia era affidata allo scienziato Antonino Zichichi. Aiuto regia Rita Levi Montalcini. Carlotta Piraino fu sottoposta ad accurati esami di laboratorio che misero in evidenza una sospetta crescita delle prestazioni ortostatiche ed un’attività cardiovascolare fuori dai parametri legislativi. Piraino, assistita dall’avvocato Carlo Taormina, si difese dentro il processo sostenendo di essersi limitata a bere una Red Bull. Ma nel 1996 la Red Bull era assente dal mercato nazionale delle bevande gassate. La tattica difensiva non resse all’accusa e Piraino fu costretta a dare fiato alle trombe. Cominciò a confessare le proprie colpe già al citofono. Venne fuori che l’esponenziale miglioria della tonicità muscolo-scheletrica era dovuta all’assunzione di eritopoietina. Una sostanza dopante che allora era reperibile solo negli spogliatoi della Juventus. Erano gli albori della Juventus targata Moggi-Giraudo-Bettega. La triade di lestofanti. Il trittico della vergogna. A quei tempi non si facevano tanti scrupoli, e pur di vincere a mani basse, obbligavano i propri tesserati ad assumere farmaci proibiti dal regolamento. Erano anni in cui fuoriclasse come Vialli e Ravanelli, a furia di drogarsi, persero capelli, denti, unghie e si imbolsirono come palloni sonda. I bianconeri guidati da Marcello Lippi trionfarono in campionato trascinati da calciatori che parevano Mazinga Z. Tra questi spiccò per prolificità realizzativa Claudia Salvatore. Ex attrice della ditta Garofoli/Nexus. Acquistata in estate dalla società di Piazza Crimea a prezzo di saldo. Un solo anno nelle file della Juventus fu sufficiente all’attrice per decuplicare il prezzo del proprio cartellino. E rituffarsi a capofitto nel mondo del teatro facendosi scritturare a cifre folli da compagnie stabili o di giro. Tornata alle dipendenze del duo Garofoli/Nexus la Salvatore cominciò a macinare prestazioni fuori dall’ordinario. Capovolte, Contorsioni, Sdoppiamenti. Ma era l’intero cast a lasciare sbigottiti gli spettatori paganti. La ripresa di “Piccole Donne Crescono”, cioè “Piccole Donne Crescono sempre di più sino a toccare il soffitto”, andò in scena per cinque anni consecutivi, ogni giorno, ad ogni ora del giorno, compresi ferragosto, natale e capodanno. Mai una pausa cecoviana. Mai una boccata d’ossigeno. Attrici che sembravano rulli compressori. E un riciclaggio di denaro sporco da fatturare quasi quanto il prodotto interno lordo di una Repubblica Africana. Questo è il quadro completo che la notte scorsa ha costretto gli inquirenti a firmare nei confronti della compagnia umbra una richiesta di custodia cautelare preventiva. Non è stata l’unica. Grosso guaio alla Casa Moncada. Golpe Cileno. Il secondo della storia dopo quello del generale Augusto Pinochet nei confronti di Salvador Allende. Il regista siracusano Pietro Dattola, con la collaborazione della milizia cilena, ha tentato di Impadronirsi della direzione del Festival. Dattola poteva contare anche su alcuni narcotrafficanti messicani, che per interposta persona, hanno provato ad introdurre in Italia, le introvabili opere teatrali del guru cileno Alejandro Jodorowski. È stata un’autentica opera panica avvenuta alle prime luci dell’alba. Durante l’apertura dei cancelli di Villa Mercede, alcuni miliziani hanno immobilizzato l’anziano guardaboschi per poi giustiziarlo sul posto conficcandogli in gola un mazzo di tarocchi. Marsigliesi. Quelli prediletti dal maestro cileno. L’attore Simone Fraschetti, a capo di una fanteria brancaleonica, accompagnato dal notabile Andrea Onori e dalla nobile Letizia Barone Ricciardelli( vedova Visconti coniugata Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare), si sono fatti largo asfaltando il gazebo dove la regista monterotondina Chiara Donanno stava impartendo lezioni di schiera alle sue zanzare tigre. Nautilus, un promettente esemplare di zanzara tigre dalle gonadi gonfie, è stato ucciso sul posto con uno schiaccia-mosche. Autrice del gesto scabroso è stata l’attrice Flavia Germana De Lipsis, che subito dopo si è impadronita del microfono, e ha cominciato ad espletare una filippica sulla necessita per il teatro di nazionalizzare le Industrie del Rame. Così, alla cazzo di cane, tanto per fare comizio. Salito al Soglio del Palco A col beneplacito del Patto Atlantico, Pietro Dattola sembrava avere ormai la situazione in pugno, quando all’improvviso, un ispettore s.i.a.e gli ha mostrato un documento di mancata comunicazione di compilazione del borderò. Nel giro di cinque minuti la Compagnia DoveComeQuando si è eclissata in Tunisia come una volgare masnada di socialisti della prima repubblica. Il Golpe Cileno è rimandato a settembre. Del prossimo anno. A furia di attendere la chiamata. La chiamata è arrivata. Quella del commissario tecnico Giampiero Ventura. L’attore Matteo Cirillo è stato convocato in nazionale. Sarà chiamato ad essere protagonista di un delicato spareggio per l’accesso alla fase finale dei mondiali di calcio che si svolgeranno in Siberia da qui alla prossima estate. L’allenatore ligure vede nel funambolico attore la pedina perfetta di una pesante artiglieria. Un’attacco composto da Belotti, Immobile e Cirillo mette i brividi a qualsiasi avversario. Almeno sulla carta. Carta o fedina penale che è stata macchiata dall’attrice Francesca Romana Nascè. Intercettata al telefono col gigantesco Ferruccio Soleri. Sembra che la Nascè, storica responsabile del festival di teatro indipendente romano, si sia espressa contro “il guittame contemporaneo” affermano che la Commedia dell’arte è materia solo per il Friuli e le Venezie Giulie. Periodico Italiano Magazine diretto dai giornalisti Vittorio Lussana e Francesca Buffo riporta integralmente le fasi salienti della chiacchierata telefonica. Ad un certo punto si sente Ferruccio Soleri sbottare in una grassa risata. Lo stesso Soleri replica dicendo di detestare il personaggio di Arlecchino, e di tastarsi la sacca scrotale a duplice mandata ogni volta che indossa quella “cazzo di maschera puzzolente e intancanita”. Il turpiloquio procede facendosi beffe del Teatro Kabuki e Katakali. “ Roba da pensionati, da pittori della domenica, da chierichetti, da grillini” sproloquia Soleri mentre la Nascè se la ride di gusto. Ora entrambi gli artisti rischiano la condanna in contumacia. Ma chi veramente sembra essere stata sorpresa sulla soglia del d.a.s.p.o è l’attrice Patrizia Bernardini. Una recidiva. Già indagata dal Pool Mani Pulite ai tempi de “Gli ultimi giorni di Corso Palestro”. Lo spettacolo che lei diresse ed interpretò durante la cerimonia inaugurale del terzo valico presso il Monte Bianco. Fortissimamente voluto dall’allora giunta Castellani. Centro Sinistra Torinese. Era il 1994. Il testo lo composero a quattro calosce il drammaturgo astigiano Adriano Marenco e l’attrice subalpina Nathalie Bernardi. Allora sua collega di catechismo ecumenico. Bernardini venne messa alla berlina con la grave accusa di corruzione morale giovanile e nefandezza verso il calcestruzzo. Vent’anni dopo, le telecamere del quartiere San Lorenzo, l’hanno pizzicata in flagrante a percepire mazzette per ritoccare al rialzo i voti della Compagnia Teatrale Meneghina “I Maniscalchi”. Raggiunta dai microfoni della giornalista Raffaella Ceres, l’interprete nata sotto il segno zodiacale dell’acquario si è trincerata dietro un assoluto silenzio. Silenzio che è stato bruscamente interrotto da un comunicato stampa degli addetti ai lavori, controfirmato dagli uffici dell’Ispettorato giudiziario minorile. L’attore bolognese Andrea Lupo, figlio d’arte, ha improvvisamente fatto perdere le proprie tracce. Sostituito in ultima battuta da quel mattacchione di Patrizio Roversi. Sarà lui a cucirsi addosso le peripezie del Circo Capovolto. Uno spettacolo dato per vincitore annunciato. Come Luigi Di Maio alle primarie online del Movimento Cinque Stelle. IL gradevole show deve le sue fortune al lavoro di ufficio stampa imbastito dall’attrice Vania Lai. Una vera e propria macchina da guerra capace di far arrivare comunicati stampa anche in Lapponia. Lai è riuscita nell’impresa ardua di trascinare a Teatro lupi marsicani e arche di Noè. Col vecchio e funzionale sistema del Teatro dell’Obbligo. Basato sostanzialmente su ceffone a mano aperta e suzione dell’olio di ricino con relativa scissione dell’Aventino. Ma non basta. Il vero capolavoro della Lai è aver convinto Gedeone Palmara, l’attore avversario del Piccolo Guitto, ad auto-eliminarsi dalla competizione convincendolo ad arruolarsi come capro espiatorio nella terra del Kurdistan. L’Arena C, straripante di spettatori affamati con la bava alla bocca, è pronta a decretare il vincitore iridato. Circo Capovolto. È l’ovazione. Una struggente storia sull’agonia del Circo Tradizionale avvenuta per mano di quegli odiosi fighetti del Cirque du Soleil. Ruffiani transalpini dal pollice verde e l’alluce valgo che non prevedono l’utilizzo di animali nei loro numeri. Salvo poi divorarseli a cena banchettando con gradasse costinate. Come se fosse sempre Pasquetta. Come se non ci fosse un domani. Gli acrobati del Cirque du Soleil puntano il dito contro i gloriosi Circhi Togni, Orfei e Medrano additandoli come “macelleria assassina”. Sostengono che gli animali andrebbero sodomizzati anziché utilizzati come spiedino per il pic-nic. Uno strano modo di elargire affetto. Ma Jean Luc Babbion, il direttore del Cirque du Soleil, è stato fotografato nell’atto di stordire un Leone a testate perché questo si era rifiutato di cedergli il passo. Tutto ciò avveniva cinque anni fa. A Parigi. In pieno centro cittadino. Una violenza senza pari. Ma nessuno mosse un dito. Perché il Cirque du Soleil, oltre ad essere protetto dalla Repubblica di Vichy, è anche una corazzata fabbrica soldi, capace di fatturare quanto una multinazionale del tabacco. L’attrice irlandese Mariagrazia Torbidoni, alle dipendenze del Cirque du Soleil per un anno, con mansioni occulte, ha più volte confessato in seguito di aver sorpreso i clown vessare canarini e tortorelle negli orifizi con oggetti contundenti quali nasi rossi o ciglia finte. Torbidoni venne tenuta prigioniera nelle grinfie parigine per quasi 365 giorni. 366. Era un anno bisestile. Si era perdutamente innamorata del loro uomo cannone. Plico Beladin. Un signore bretone di cinquantanove anni, che ad ogni replica la piantava in asso perché doveva essere sparato altrove. Da qualche parte. Torbidoni rammenta quei tempi lontani mostrando manifesto rancore. Parla di lavaggio del cervello, percosse, ingiurie e botte da orbi. Una setta religiosa. Sembra di sentirla descrivere la comunità di San Patrignano. Dove ciò che asserriva Vincenzo Muccioli era verbo. Ma qui stiamo parlando del Cirquè du Soleil. I paladini del sorriso. I guardiani del sonno dei nostri adorabili fanciulli. Gli spazzini di Orchi. E invece sono degli autentici Pezzi di Merda, che Patrizio Roversi denuncia apertamente a pieni polmoni, in questo suo monologo tipico del teatro civile. Il teatro civile. Solitamente una sciagura. Ma in questo caso mai così necessaria. In platea la capostipite Wanda Nunes si commuove. Roversi solleva il gonfalone dedicando la vittoria alla memoria della cofana di Moira Orfei. Il quadro è idilliaco. Scimmie,Giraffe, Zebre, Gorilla, Elefanti. Piangono tutti. D’improvviso si sentono alcuni colpi di arma da fuoco. Cerbottana per la precisione. Cerbottana e feccette. La folla presa dal panico si disperde tra gli arbusti e i giacigli dei gatti selvatici. C’è qualche sciacallo che approfittandosi della situazione ruba qualche tighella di Gaeta senza passare alla cassa. E se la succhia ancora surgelata. Cinque individui incappucciati e armati sino al midollo, salgono sul palco, sparano ai barili della birra alla spina, mettono in fuga Raffaele Balzano e Marco Zordan, detti gli angeli custodi e con un gesto repentino rapiscono i direttori artistici Marta Volterra e Davide Ambrogi. Anticipando alla stampa che li terranno rinchiusi in una prigione del “popolo teatrante orfano” presso Via Gradoli. Roma Nord. I Cinque armigeri si identificano come N.A.D.I.E.P . Ovvero Nucleo Armato Declamatorio per l’indipendenza economica del Teatro Pugliese. Il loro leader Ivano Picciallo è ricercato dai maggiori circuiti teatrali europei per motivi di furto con scasso. Cleptomane e Comunista dalla tenera età di otto anni, ha trascorso l’adolescenza tentando di rubare i ferri del mestiere ai migliori comici di Telenorba. Toti e Tata su tutti. Coadiuvato nella lotta da Adelaide Di Bitonto (ex Lupa Grigio Campestre), Giuseppe Innocente (ex Brigate Biancorosse Bari), Igor Petrotto (ex Foggia di Cattuzzi), e Francesca Zaccaro (ex Monopoli Regna), l’attore si è liberato di Roversi con un pedatone nel culo, si è impadronito del vessillo, ha fatto salire Volterra e Ambrogi su un vecchio portapacchi montato sul manubrio di una Graziella per poi dileguarsi velocemente nell’abbraccio infernale delle tenebre. Inseguito da un metronotte. Dotato di pila a batterie. A distanza di alcuni giorni dalla finale, non sono state ancora fatte pervenire particolari richieste di riscatto. La situazione è particolarmente delicata. Davanti alle telecamere di Termini Tv, lo Stato Maggiore del Roma Fringe Festival si è radunato rilasciando un drammatico appello. Messaggio letto ad alta voce dall’attrice Alessandra Caputo, che particolarmente abbattuta nell’animo, si è fatta scritturare dal Cirque du Soleil, ed è tornata a divorare carne. A Quattro ganasce! Come se fosse …Umberto Veronesi!

Roma Fringe Festival Edizione 2017

San Lorenzo is Back

God Save The Queen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roma Fringe Festival Edizione 2017 San Lorenzo is Back 10

In Uncategorized on settembre 25, 2017 at 2:47 PM

La Finalissima

Come nella Coppa Italia. Per una bizzarra interpretazione del regolamento il Roma Fringe Festival accoglie nelle fasi finali compagnie di teatro esenti dal partecipare alle eliminatorie del girone. Sono teste di serie. Detentrici di titoli. Collezionisti di menzioni. Compagini Teatrali che in passato hanno contribuito a nobilitare il mestiere del teatro vincendo premi u.b.u o nastri argentati. Prime ore del mattino. Fa molto caldo nonostante la bufera di neve. Si prevede una giornata particolarmente intensa. Lunga. Eterna. Eternit. Una giornata faticosa per artisti ambiziosi e maestranze mai dome. La Compagnia Garofoli/Nexus conferma le aspettative della vigilia mettendo le mani su ben due alabarde. Poi, scattate le fotografie di rito, la fuga in treno e la latitanza presso Terni. Il bilancio dell’azienda è stato finalmente stilato. Si è chiuso sostanzialmente con un crack finanziario. I numeri sono impietosi. Non mentono. Non menano il can per l’aia. Sono attesi a breve i registri contabili in tribunale. Gli azionisti di maggioranza sono sul piede di guerra. Quelli di minoranza hanno rinunciato definitivamente ad avvalersi del procedimento penale per intentare una causa. Ottenere un risarcimento sarà praticamente impossibile. Ora la ditta è nelle mani di un curatore fallimentare. O commissario prefettizio se si preferisce. Dalla loro villa con piscina in Umbria Gatti e Garofoli alzano i toni dello scontro parlando di persecuzione da parte della magistratura e abbandono del tetto coniugale. Cazzo c’entra non si sa. Dicono di essere pronti a chiarire ogni dettaglio, di voler collaborare con l’autorità giudiziaria. Ma intanto hanno affidato la loro difesa all’avvocato Pietro De Vivo. Detto il principe del foro. Ex guardia giurata, ex pompiere di viggiù, ex corpo forestale e ex pizzardone. Da anni rispettato e temuto avvocato azzeccagarbugli di stampo civilista. Con i soldi delle rogatorie si è aperto una libreria, Alegre, nel centro del Pigneto. Che tratta solo testi di metratura giuridica. Almanacchi, Faldoni, Materiale di Cancelleria. Nel 2001 è riuscito a far assolvere Osama Bin Laden dalla pesante accusa di insipienza sulla tassa dei rifiuti. Pare che lo sceicco del terrore non praticasse la differenziata. Con grave danno per la collettività. L’avvocato De Vivo senza perdere tempo prezioso ha già inoltrato la richiesta di patteggiamento per i suoi assistiti. Il pubblico ministero capitolino Severino La Licata si è sbizzarrito. Garofoli/Nexus sono accusati di finanza creativa, bilancio truccato, turbativa d’asta e doping. I fatti risalgono al 1995/96 quando l’allora allenatore del Foggia Zdenek Zeman, assistendo ad uno spettacolo della coppia, accusò alcune compagnie teatrali di aver trasformato i camerini in farmacie. Allusione gravissima che fece imbufalire il mondo del teatro nazionale. Garofoli/Nexus replicarono a brutto muso definendo il tecnico boemo un attore fallito dalla personalità labile. Zeman se la legò al dito citando gli artisti a giudizio. La procura di Trani aprì un contenzioso penale. I giudici partenopei Provolone e Lo Cicero presero in esame lo spettacolo “Piccole Donne Crescono”, una messa in scena velatamente pornografica, con protagoniste le attrici Laura Garofoli e Carlotta Piraino. La regia era affidata allo scienziato Antonino Zichichi. Aiuto regia Rita Levi Montalcini. Carlotta Piraino fu sottoposta ad accurati esami di laboratorio che misero in evidenza una sospetta crescita delle prestazioni ortostatiche ed un’attività cardiovascolare fuori dai parametri legislativi. Piraino, assistita dall’avvocato Carlo Taormina, si difese dentro il processo sostenendo di essersi limitata a bere una Red Bull. Ma nel 1996 la Red Bull era assente dal mercato nazionale delle bevande gassate. La tattica difensiva non resse all’accusa e Piraino fu costretta a dare fiato alle trombe. Cominciò a confessare le proprie colpe già al citofono. Venne fuori che l’esponenziale miglioria della tonicità muscolo-scheletrica era dovuta all’assunzione di eritopoietina. Una sostanza dopante che allora era reperibile solo negli spogliatoi della Juventus. Erano gli albori della Juventus targata Moggi-Giraudo-Bettega. La triade di lestofanti. Il trittico della vergogna. A quei tempi non si facevano tanti scrupoli, e pur di vincere a mani basse, obbligavano i propri tesserati ad assumere farmaci proibiti dal regolamento. Erano anni in cui fuoriclasse come Vialli e Ravanelli, a furia di drogarsi, persero capelli, denti, unghie e si imbolsirono come palloni sonda. I bianconeri guidati da Marcello Lippi trionfarono in campionato trascinati da calciatori che parevano Mazinga Z. Tra questi spiccò per prolificità realizzativa Claudia Salvatore. Ex attrice della ditta Garofoli/Nexus. Acquistata in estate dalla società di Piazza Crimea a prezzo di saldo. Un solo anno nelle file della Juventus fu sufficiente all’attrice per decuplicare il prezzo del proprio cartellino. E rituffarsi a capofitto nel mondo del teatro facendosi scritturare a cifre folli da compagnie stabili o di giro. Tornata alle dipendenze del duo Garofoli/Nexus la Salvatore cominciò a macinare prestazioni fuori dall’ordinario. Capovolte, Contorsioni, Sdoppiamenti. Ma era l’intero cast a lasciare sbigottiti gli spettatori paganti. La ripresa di “Piccole Donne Crescono”, cioè “Piccole Donne Crescono sempre di più sino a toccare il soffitto”, andò in scena per cinque anni consecutivi, ogni giorno, ad ogni ora del giorno, compresi ferragosto, natale e capodanno. Mai una pausa cecoviana. Mai una boccata d’ossigeno. Attrici che sembravano rulli compressori. E un riciclaggio di denaro sporco da fatturare quasi quanto il prodotto interno lordo di una Repubblica Africana. Questo è il quadro completo che la notte scorsa ha costretto gli inquirenti a firmare nei confronti della compagnia umbra una richiesta di custodia cautelare preventiva. Non è stata l’unica. Grosso guaio alla Casa Moncada. Golpe Cileno. Il secondo della storia dopo quello del generale Augusto Pinochet nei confronti di Salvador Allende. Il regista siracusano Pietro Dattola, con la collaborazione della milizia cilena, ha tentato di Impadronirsi della direzione del Festival. Dattola poteva contare anche su alcuni narcotrafficanti messicani, che per interposta persona, hanno provato ad introdurre in Italia, le introvabili opere teatrali del guru cileno Alejandro Jodorowski. È stata un’autentica opera panica avvenuta alle prime luci dell’alba. Durante l’apertura dei cancelli di Villa Mercede, alcuni miliziani hanno immobilizzato l’anziano guardaboschi per poi giustiziarlo sul posto conficcandogli in gola un mazzo di tarocchi. Marsigliesi. Quelli prediletti dal maestro cileno. L’attore Simone Fraschetti, a capo di una fanteria brancaleonica, accompagnato dal notabile Andrea Onori e dalla nobile Letizia Barone Ricciardelli( vedova Visconti coniugata Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare), si sono fatti largo asfaltando il gazebo dove la regista monterotondina Chiara Donanno stava impartendo lezioni di schiera alle sue zanzare tigre. Nautilus, un promettente esemplare di zanzara tigre dalle gonadi gonfie, è stato ucciso sul posto con uno schiaccia-mosche. Autrice del gesto scabroso è stata l’attrice Flavia Germana De Lipsis, che subito dopo si è impadronita del microfono, e ha cominciato ad espletare una filippica sulla necessita per il teatro di nazionalizzare le Industrie del Rame. Così, alla cazzo di cane, tanto per fare comizio. Salito al Soglio del Palco A col beneplacito del Patto Atlantico, Pietro Dattola sembrava avere ormai la situazione in pugno, quando all’improvviso, un ispettore s.i.a.e gli ha mostrato un documento di mancata comunicazione di compilazione del borderò. Nel giro di cinque minuti la Compagnia DoveComeQuando si è eclissata in Tunisia come una volgare masnada di socialisti della prima repubblica. Il Golpe Cileno è rimandato a settembre. Del prossimo anno. A furia di attendere la chiamata. La chiamata è arrivata. Quella del commissario tecnico Giampiero Ventura. L’attore Matteo Cirillo è stato convocato in nazionale. Sarà chiamato ad essere protagonista di un delicato spareggio per l’accesso alla fase finale dei mondiali di calcio che si svolgeranno in Siberia da qui alla prossima estate. L’allenatore ligure vede nel funambolico attore la pedina perfetta di una pesante artiglieria. Un’attacco composto da Belotti, Immobile e Cirillo mette i brividi a qualsiasi avversario. Almeno sulla carta. Carta o fedina penale che è stata macchiata dall’attrice Francesca Romana Nascè. Intercettata al telefono col gigantesco Ferruccio Soleri. Sembra che la Nascè, storica responsabile del festival di teatro indipendente romano, si sia espressa contro “il guittame contemporaneo” affermano che la Commedia dell’arte è materia solo per il Friuli e le Venezie Giulie. Periodico Italiano Magazine diretto dai giornalisti Vittorio Lussana e Francesca Buffo riporta integralmente le fasi salienti della chiacchierata telefonica. Ad un certo punto si sente Ferruccio Soleri sbottare in una grassa risata. Lo stesso Soleri replica dicendo di detestare il personaggio di Arlecchino, e di tastarsi la sacca scrotale a duplice mandata ogni volta che indossa quella “cazzo di maschera puzzolente e intancanita”. Il turpiloquio procede facendosi beffe del Teatro Kabuki e Katakali. “ Roba da pensionati, da pittori della domenica, da chierichetti, da grillini” sproloquia Soleri mentre la Nascè se la ride di gusto. Ora entrambi gli artisti rischiano la condanna in contumacia. Ma chi veramente sembra essere stata sorpresa sulla soglia del d.a.s.p.o è l’attrice Patrizia Bernardini. Una recidiva. Già indagata dal Pool Mani Pulite ai tempi de “Gli ultimi giorni di Corso Palestro”. Lo spettacolo che lei diresse ed interpretò durante la cerimonia inaugurale del terzo valico presso il Monte Bianco. Fortissimamente voluto dall’allora giunta Castellani. Centro Sinistra Torinese. Era il 1994. Il testo lo composero a quattro calosce il drammaturgo astigiano Adriano Marenco e l’attrice subalpina Nathalie Bernardi. Allora sua collega di catechismo ecumenico. Bernardini venne messa alla berlina con la grave accusa di corruzione morale giovanile e nefandezza verso il calcestruzzo. Vent’anni dopo, le telecamere del quartiere San Lorenzo, l’hanno pizzicata in flagrante a percepire mazzette per ritoccare al rialzo i voti della Compagnia Teatrale Meneghina “I Maniscalchi”. Raggiunta dai microfoni della giornalista Raffaella Ceres, l’interprete nata sotto il segno zodiacale dell’acquario si è trincerata dietro un assoluto silenzio. Silenzio che è stato bruscamente interrotto da un comunicato stampa degli addetti ai lavori, controfirmato dagli uffici dell’Ispettorato giudiziario minorile. L’attore bolognese Andrea Lupo, figlio d’arte, ha improvvisamente fatto perdere le proprie tracce. Sostituito in ultima battuta da quel mattacchione di Patrizio Roversi. Sarà lui a cucirsi addosso le peripezie del Circo Capovolto. Uno spettacolo dato per vincitore annunciato. Come Luigi Di Maio alle primarie online del Movimento Cinque Stelle. IL gradevole show deve le sue fortune al lavoro di ufficio stampa imbastito dall’attrice Vania Lai. Una vera e propria macchina da guerra capace di far arrivare comunicati stampa anche in Lapponia. Lai è riuscita nell’impresa ardua di trascinare a Teatro lupi marsicani e arche di Noè. Col vecchio e funzionale sistema del Teatro dell’Obbligo. Basato sostanzialmente su ceffone a mano aperta e suzione dell’olio di ricino con relativa scissione dell’Aventino. Ma non basta. Il vero capolavoro della Lai è aver convinto Gedeone Palmara, l’attore avversario del Piccolo Guitto, ad auto-eliminarsi dalla competizione convincendolo ad arruolarsi come capro espiatorio nella terra del Kurdistan. L’Arena C, straripante di spettatori affamati con la bava alla bocca, è pronta a decretare il vincitore iridato. Circo Capovolto. È l’ovazione. Una struggente storia sull’agonia del Circo Tradizionale avvenuta per mano di quegli odiosi fighetti del Cirque du Soleil. Ruffiani transalpini dal pollice verde e l’alluce valgo che non prevedono l’utilizzo di animali nei loro numeri. Salvo poi divorarseli a cena banchettando con gradasse costinate. Come se fosse sempre Pasquetta. Come se non ci fosse un domani. Gli acrobati del Cirque du Soleil puntano il dito contro i gloriosi Circhi Togni, Orfei e Medrano additandoli come “macelleria assassina”. Sostengono che gli animali andrebbero sodomizzati anziché utilizzati come spiedino per il pic-nic. Uno strano modo di elargire affetto. Ma Jean Luc Babbion, il direttore del Cirque du Soleil, è stato fotografato nell’atto di stordire un Leone a testate perché questo si era rifiutato di cedergli il passo. Tutto ciò avveniva cinque anni fa. A Parigi. In pieno centro cittadino. Una violenza senza pari. Ma nessuno mosse un dito. Perché il Cirque du Soleil, oltre ad essere protetto dalla Repubblica di Vichy, è anche una corazzata fabbrica soldi, capace di fatturare quanto una multinazionale del tabacco. L’attrice irlandese Mariagrazia Torbidoni, alle dipendenze del Cirque du Soleil per un anno, con mansioni occulte, ha più volte confessato in seguito di aver sorpreso i clown vessare canarini e tortorelle negli orifizi con oggetti contundenti quali nasi rossi o ciglia finte. Torbidoni venne tenuta prigioniera nelle grinfie parigine per quasi 365 giorni. 366. Era un anno bisestile. Si era perdutamente innamorata del loro uomo cannone. Plico Beladin. Un signore bretone di cinquantanove anni, che ad ogni replica la piantava in asso perché doveva essere sparato altrove. Da qualche parte. Torbidoni rammenta quei tempi lontani mostrando manifesto rancore. Parla di lavaggio del cervello, percosse, ingiurie e botte da orbi. Una setta religiosa. Sembra di sentirla descrivere la comunità di San Patrignano. Dove ciò che asserriva Vincenzo Muccioli era verbo. Ma qui stiamo parlando del Cirquè du Soleil. I paladini del sorriso. I guardiani del sonno dei nostri adorabili fanciulli. Gli spazzini di Orchi. E invece sono degli autentici Pezzi di Merda, che Patrizio Roversi denuncia apertamente a pieni polmoni, in questo suo monologo tipico del teatro civile. Il teatro civile. Solitamente una sciagura. Ma in questo caso mai così necessaria. In platea la capostipite Wanda Nunes si commuove. Roversi solleva il gonfalone dedicando la vittoria alla memoria della cofana di Moira Orfei. Il quadro è idilliaco. Scimmie,Giraffe, Zebre, Gorilla, Elefanti. Piangono tutti. D’improvviso si sentono alcuni colpi di arma da fuoco. Cerbottana per la precisione. Cerbottana e feccette. La folla presa dal panico si disperde tra gli arbusti e i giacigli dei gatti selvatici. C’è qualche sciacallo che approfittandosi della situazione ruba qualche tighella di Gaeta senza passare alla cassa. E se la succhia ancora surgelata. Cinque individui incappucciati e armati sino al midollo, salgono sul palco, sparano ai barili della birra alla spina, mettono in fuga Raffaele Balzano e Marco Zordan, detti gli angeli custodi e con un gesto repentino rapiscono i direttori artistici Marta Volterra e Davide Ambrogi. Anticipando alla stampa che li terranno rinchiusi in una prigione del “popolo teatrante orfano” presso Via Gradoli. Roma Nord. I Cinque armigeri si identificano come N.A.D.I.E.P . Ovvero Nucleo Armato Declamatorio per l’indipendenza economica del Teatro Pugliese. Il loro leader Ivano Picciallo è ricercato dai maggiori circuiti teatrali europei per motivi di furto con scasso. Cleptomane e Comunista dalla tenera età di otto anni, ha trascorso l’adolescenza tentando di rubare i ferri del mestiere ai migliori comici di Telenorba. Toti e Tata su tutti. Coadiuvato nella lotta da Adelaide Di Bitonto (ex Lupa Grigio Campestre), Giuseppe Innocente (ex Brigate Biancorosse Bari), Igor Petrotto (ex Foggia di Cattuzzi), e Francesca Zaccaro (ex Monopoli Regna), l’attore si è liberato di Roversi con un pedatone nel culo, si è impadronito del vessillo, ha fatto salire Volterra e Ambrogi su un vecchio portapacchi montato sul manubrio di una Graziella per poi dileguarsi velocemente nell’abbraccio infernale delle tenebre. Inseguito da un metronotte. Dotato di pila a batterie. A distanza di alcuni giorni dalla finale, non sono state ancora fatte pervenire particolari richieste di riscatto. La situazione è particolarmente delicata. Davanti alle telecamere di Termini Tv, lo Stato Maggiore del Roma Fringe Festival si è radunato rilasciando un drammatico appello. Messaggio letto ad alta voce dall’attrice Alessandra Caputo, che particolarmente abbattuta nell’animo, si è fatta scritturare dal Cirque du Soleil, ed è tornata a divorare carne. A Quattro ganasce! Come se fosse …Umberto Veronesi!

Roma Fringe Festival Edizione 2017

San Lorenzo is Back

God Save The Queen

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rimini Rimini

In polverie o poesie, Uncategorized on settembre 24, 2017 at 9:36 PM

Non ho votato alle primarie

del Movimento Cinque Stelle

ma se avessi dovuto scegliere

tra Luigi Di Maio e Roberto Fico

avrei sicuramente scelto Roberto Fico

Per dieci motivi prettamente politici che ora vi andrò ad elencare

due punti punto e virgola a capo

Primo perché Roberto Fico assomiglia a Gian Maria Volontè

secondo perché assomiglia a Gian Maria Volontè

terzo perché assomiglia a Gian Maria Volonté

quarto perché assomiglia a Gian Maria Volontè

quinto perché assomiglia a Gian Maria Volonté

sesto perché assomiglia a Gian Maria Volonté

settimo ottavo nono e decimo e pure undicesimo

perché assomiglia a Gian Maria Volontè

e che se proprio si deve andare a ramengo

meglio che a portarci sia uno che somiglia a Gian Maria Volontè

piuttosto di uno che assomiglia ad un beccamorto della Transilvania

e che nel giorno del giudizio

quando per le strade si pascolerà

con le pezze al culo e lo smartphone in mano

la metta giù pesante, la metta giù così:

“Quando un uomo col computer

incontra un uomo con la pistola

l’uomo col computer, il computer, può infilarselo

su per il culo”!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lei delira dottor.Agnelli (F.V.C.G) alè Toro!

In Poetry urban story on settembre 24, 2017 at 6:49 PM

Allora famigli Agnello, no aspè

Agnelli, famigliola Agnelli tutto bene?

Rispettabilissimi industriali vanto del mio

Sistema Paese, tutto a posto?

Salute? Investimenti all’estero?

Tutto a posto? Leone ed Oceano

stanno ancora mangiando l’omogeneizzato?

O sono già passati allo scatolame?

Donna Lavinia tutto a posto?

Monta ancora a cavallo? Un po di mare? Un po di sci?

Come vanno le faccende di casa?

I figli piccoli fanno disperare vè?

E che ci vuoi fare… sono vivaci come tutti i piccini

Forse i vostri pure un tantino di più

Sniffano già cocaina? Vanno a puttane?

Cazzo, Hanno preso tutto dal nonno!

Che dite? Frequentano già le medie

Ah…Me Cojoni! Allora siamo a posto siamo!

siamo in una botte di ferro!

la città è in una botte di ferro!

il paese è in una botte di ferro!

E le macchine? Si vendono ancora le macchine?

La macchinina rossa rossa che fa ciuf ciuf

la Ferrari testa rossa, Come va la Ferrari testa rossa?

E la Testa di Cazzo? Come va con la Testa di Cazzo?

La Duna, La Bravo, La Brava, La Multipla

La Nuova Cinquecento, la sfiga di cinquecento gialla

porta ancora scalogna la cinquecento gialla?

la gente si tocca ancora i coglioni quando la vede passare?

E gli operai? Li avete messi a tacere?

Dove stanno le tutine blu? Dove diavolo sono i Cipputi?

Dove li avete nascosti, birboni? Ve li siete inculati?

In Brasile? in Polonia? In Bielorussia? InSiberia?

In Corea del Nord? E i Sindacati? Ve li siete bevuti vè?

Che lenza che siete!

Che magnanimità!

Che sapienza strategica!

Cazzo, voi si che sapete farlo ripartire un motore ingolfato!

E Sergione? Come sta il Marchionne?

Se l’è cambiato il maglioncino?

O indossa sempre lo stesso golfino blu!

Cazzo fategli almeno cambiare colore!

Regalategliene uno chessò rosa giallo fluorescente bianconero

insomma ripulitelo, non può andare a stringere accordi

conciato come un pezzente!

Rappresenta La F.C.A eccheccazo! Mica una concessionaria qualunque!

È ancora innamorato della Piemontesina Bella?

Ditegli di andarci piano con le sigarette però

di passare a quelle elettroniche

o di mettersi del trincato sul radiatore

e aspirare direttamente alla marmitta

Di pensare alla salute cazzo

abbiamo ancora bisogno di lui il popolo lo acclama

Dio ce lo conservi sempre in bene

e Alex Del Piero come sta? Come sta Pinturicchio?

Gli è passata la sete o beve ancora tutta quell’acqua

Ma Cristo Santo! Cos’è astemio? E se gli scoppiano le reni?

Come Cazzo facciamo?

Ma fategli bere almeno un succo di frutta per Dio!

Alla banana! Al lampone! Ai frutti di Bosco! Al Mango!

Non può sgolarsi tutta quell’acqua!

Manco avesse i calcoli ai reni!

Ma parla ancora con gli uccelli?

o si è finalmente deciso a succhiarli?

Quante volte gli ho consigliato di non limitarsi

a parlare solo con gli uccelli

ma di includere nelle sue conversazioni

anche Zebre, Struzzi, Giraffe, Gibboni e Higuain

e che facciamo! Razzismo Ornitologico!

e Lapo come sta?

Gli avete bloccato la Carta di Credito?

Io non vorrei essere scortese

ma il vostro nipotino mi deve ancora dieci sacchi!

piccole commissioni niente di che sale grosso zucchero di canna

riso allo zafferano pepe di Cayenna

Che facciamo?

Conciliamo?

E la Champions?

Quest’anno la vinciamo la Champions?

Chi ci compriamo st’estate?

Cristiano Ronaldo? Messi? Neymar? FlashGordon?

Mettiamo a dieta Platinì e lo ributtiamo in campo?

E la I.F.I.L e la E.X.O.R?

Come vanno i gioielli di famiglia?

Macinano utili? Rimpolpano il fatturato?

Daje! No perché altrimenti che cazzo gli raccontiamo agli azionisti

Che abbiamo scherzato? Che siamo su scherzi a parte?

E Villar Perosa

la partitella in famiglia

il salone dell’automobile

la fiduciaria la fondiaria la fonderia

la fondazione San Paolo

le Olimpiadi Invernali

il sistema teatro lo stadio nuovo

Courmayer Montecarlo Cortina D’Ampezzo

sindaci e assessori vi baciano ancora il culo

o si sono spostati leggermente sul glande?

e Lucianina? E Lucianone? E il sistema arbitrale?

Che si dice? Profumi e balocchi? Bugie e bastardi? Bambole e sputi?

Grasse risate? Una telefonata che ti allunga la vita?

E i farmaci? Siamo passati ai rimedi naturali?

Niente più nandrolone?

Propoli, echinacea, erisimo, timo

al massimo un po’ do ginseng

promette bene quel Paulo Dybala, ma se al Pipita non gli levi il carboidrato

Cupola Piovra o Associazione a Delinquere

Scelga pure dal nostro assortimento

Comunque mi fa piacere di avervi rivisto

vi trovo in gran forma

bel colorito portafoglio gonfio

Londra L’Olanda Achille piè veloce

Io? Io tutto bene grazie!

Molto Gentili ad avermelo chiesto!

Cosa dite? Se ho cambiato squadra?

No,no sempre la stessa grazie, tifo sempre quella

Tifo sempre Torino

Che dite? Non vinciamo mai? Ah…

E Sti Grandi Giganteschi Enormi Grandissimi Cazzi

Forza Toro lo stesso!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un Poeta la sua vita Il suo mutuo

In polverie o poesie on settembre 24, 2017 at 5:20 PM

su Sky

la poesia che partorisce la penna

la vedo bene su Sky insieme alla Juve

Qualunque tipo di Sky

Sky calcio Sky cinema

Sky tempo libero Sky tempo perso

tempi moderni tracciati tragitti trascorsi tappi di cerume

Beppe Caschetto Lele Mora tornato barzotto

Lucio Presta ad affannarsi come matti

per piazzare la poesia sulla rete ammiraglia

sulla Rai su Mediaset sulla Sette

baciare i tacchi ai mocassini di Cairo

Poeti arrabbiati Poeti maledetti sporchi cattivi si comincia tutti così

sognando il Rock urlando il Punk suonando il Grounge

Si comincia con il pensare costantemente alla Rivoluzione

e prepari le pistole la forca la balestra la canna fumaria

e riassumi la Bibbia in cento parole

salmi proverbi numeri cantico dei cantici

e vorresti passare alla storia

per aver piazzato un proiettile in testa

ad un Capo di Stato

ma poi la cosa più rivoltosa che ti riesce

e sfornare dei figli come una fottuta incubatrice del cazzo

e tua moglie aspetta un bambino

e hai amanti che aspettano bambini

e avventure di una notte

che aspettano bambini

e compagni omosessuali che si vogliono sposare in Chiesa

e adottare bambini o affittare uteri

per dare l’acqua ai bambini come se fossero

stupidi innocui fiori di cactus

e tutta quella tua voglia

di immolarti nel fuoco come un tizzone di legno

ti è passata di moda o si è fatta quotare in borsa

perché cazzo!, non ti sei regolato

e sei venuto nel grembo di centometriste Centurie d’amore

e ora hai bisogno di soldi

hai un fottuto maledetto immediato

bisogno di soldi

come tutti i cristiani caro poeta incazzato

come chi respira aspirina hai bisogno di soldi

e se c’è da metterci la faccia

tu e i tuoi stupidi versi sarete protagonisti assoluti

di uno spot sullo yogurt sulla carne in scatola sulle malattie degenerative

corri di corsa sul set taxi pagato pranzo cena pagati anche quelli

firmi il contratto in un ufficio che sembra il Nebraska

due botte col naso qualche sorriso di circostanza

una sciacquata ai coglioni dopo le avvenute strette di mano

batti i tacchi rispondi presente la segretaria ti mostra le coscine di pollo

poetessa donna c’è ne anche per te, c’è ne anche per il tuo manzo

i soldi non puzzano rispettano uguaglianza dei sessi e diritti civili

prendi il compenso e tacete tu e Feltrinelli

taci per sempre poeta al curaro

la tua rivoluzione è servita

la tua anarchia l’ardore il pugno chiuso chinino vetriolo

e una canzone d’amore

se ne sono andati col mutuo…