Giovan Bartolo Botta

Amleto Punk

In polverie o poesie, Riflessioni teatrali, teatro on settembre 29, 2017 at 5:12 PM

Danimarca

ridente cittadina universitaria di Elsinore

tre linee di metropolitana che servono

circa sei milioni di abitanti tra residenti

studenti fuori sede e rifugiati politici

Orazio, non il cavallo arrapato della Disney

bensì lo sbirro, con l’appuntato Marcello

il brigadiere Bernardo, il commissario Basettoni

l’ispettore Manetta e Micky Mouse

dopo avere pestato di botte

i manifestanti in Alta Val di Susa

hanno abbandonato la tenuta

anti-sommossa e sono stati promossi

a guardiani del cimitero di Elsinore

si dilettano di teatro

Uno fece ridere la riviera ligure di Ponente

l’altro quella di Levante

il terzo si esibì solo nel Principato di Seborga

Gratis!

Lo spettro del defunto Re Amleto

li sorprende alle spalle

intenti a massaggiare un busto priapato

raffigurante le effigia di Benito Mussolini

I tre sbirri si cagano in mano

e volano a riferire al giovane principe Amleto

quello che hanno visto

Amleto abito nero attillato vestito a lutto

ragazzo né felice né virile

quarant’anni per gamba, ma abita ancora

coi genitori studente fuoricorso al D.a.m.s vuole fare l’Erasmus

a Vittemberg, un campus di cemento

simile alla Bologna degli anni ottanta,

dove vige promiscuità sessuale

si fuma la canapa e gli shottini di vodka

si pagano ancora in lire di vecchio conio

Un po più che nipote un po meno che figlio

Soffre e si dispera per il prematuro matrimonio

tra sua madre la regina Gertrude, una milf lasciva ma pudica

e suo zio Re Claudio fratello del defunto Padre

I genitori lo rimbrottano

invogliandolo a finire gli studi

e a raccogliere pomodori ai Campi Flegrei per alzarsi qualche soldo

poi si ritirano in camera da letto

e cominciano a scopare rumorosamente

un baccano infernale

Amleto davanti allo specchio della Regina di Biancaneve

manifesta il proprio dolore attraverso

una recitazione talmente sussurrata

da sembrare quasi cinematografica

cosa che manda su tutte le furie il divo Riccardo Scamarcio

Amleto si piace in questa sua abilità artistica

si piace talmente tanto che mentre da fiato

al proprio dolore si porta le mani all’uccello

e comincia a masturbarsi

Le tre guardie lo sorprendono al culmine del piacere

“E che cazzo, quante volte vi devo dire di bussare alla porta?”

“Principe, abbiamo visto il fantasma di vostro padre”

“Non dite cazzate, i fantasmi non esistono”

“Esistono invece, noi l’abbiamo visto, volevamo rivolgerci

ai Ghostbuster, ma sono in sciopero, vertenze sindacali,

allora siamo venuti da voi a riferire”

“Bene avete fatto, conducetemi sul posto ma badate,

se mi avete raccontato fregnacce vi punirò col metodo turco”

“Che sarebbe?”

“Mangerete solo Kebab sino alla fine dei vostri giorni

facendo a meno del bicarbonato di sodio”

Giunti sul posto ecco che si manifesta il fantasma

lo spettro trapassato del Re accompagnato dal fantasma di Marco Pannella

il defunto Re è un ex socialista puttaniere e tangentaro

condannato a sei anni di reclusione per turbativa d’asta

La comunicazione tra vivi e morti avviene

con una generale toccatina ai coglioni

La Danimarca si sa, è un paese molto superstizioso

il Re racconta di essere stato assassinato dal fratello

fratello che ora ne porta la corona

l’uccisione brutale è avvenuta

attraverso l’infame gesto del solletico ai piedi

Tutti giurano di non fare parola con nessuno

per non fare la fine di Alda Merini

o peggio ancora per evitare di essere

psicoanalizzati da Massimo Recalcati

Rosencratz&Guildersten sono una coppia di fatto

conoscono Amleto dai tempi del catechismo

convocati a corte devono scoprire i motivi

della depressione di Amleto

Amleto li smaschera, li sgama

dice di essere triste per motivi di amore non corrisposto

i due amici d’infanzia gli regalano del Prozac

e poi se ne vanno affanculo a Las Vegas scortati da Emilio Fede

Laerte si fionda a Milano per affrontare

i provini di X-Factor

canta di merda e nonostante le raccomandazioni

si prende tre NO da parte di Morgan Fedez e Mara Maionchi

C’è però il Si di Mika che lo premia non tanto

per le qualità canore ma per altre qualità

che non ci è dato conoscere

Ofelia ama Amleto

e viceversa, vorrebbe dargliela

ma Amleto è ipocondriaco teme il contagio

ha paura delle malattie a trasmissione sessuale

allora Ofelia stufa di corrergli appresso

lo accanna e la da a Michele Cassio

che si trovava ad Elsinore in ferie

Amore infelice Amore non corrisposto

Amleto esibisce la sua Venere in Capricorno

invitando la bella Ofelia a farsi Suora

ma la ragazza gli mostra il dito medio

e lui reagisce male malissimo tediando il pubblico

con il famoso monologo dell’Ossessione Compulsiva

“Ossessivo o Compulsivo questo è il dilemma

se sia meglio indossare sempre una maschera

proteggerci e recitare in vita come non si dovrebbe fare sul palco

oppure recitare in vita, su palco, e fatturare a fine anno,

scaricando il 22% di I.V.A sulle spalle di un prestanome.

Dormire, mangiare, non muovere un dito, non fare mai un cazzo

indossare preservativi scadenti per anticipare la morte in vita

ed è per questo che ci tocca sopportare le prepotenze

della Juventus sino alla fine dei nostri giorni”

Parole eterne tremende verità archetipi suggestivi

Un monologo esemplare, una rottura di coglioni senza precedenti

infatti, al termine dello sfogo, del soliloquio, della paturnia,

la platea si è completamente svuotata

Il pubblico si è dato alla macchia preferendo il cinema. Lilli Gruber

o la partita di pallone

Ma poco importa

Sulla piazza di Elsinore è arrivata

la Compagnia di Giro

i Guitti, I Filodrammatici

Gli attori da parrocchia,

Gli amatoriali che infarciscono la battuta

con andamenti tonali alla cazzo

Amleto li detesta

Come li vede, li aggredisce, li schiaffeggia

li riempie di calci in bocca, di pedate nel culo.

li sbeffeggia, li umilia, morde le loro fragili giugulari,

sputa loro in faccia, li rinchiude nella gabbia dei criceti

e poi…ordina loro di mettere in scena

L’Amleto di Shakespeare

nelle traduzioni mescolate di Baldini, Squarzina,

Fontana, Serpieri, D’Agostino, Montale, Quattrone

e Giovan Bartolo Botta (per Edizioni Haiku inscenate da Produzioni Nostrane-Ultras Teatro)

Ma ormai è troppo tardi,

allora L’irrequieto principe è costretto

ad affidare l’opera ad un regista di grido

che gli chiede centomila euro solo per un consulto

la scelta ricade su Luca Ronconi

che dirigerà gli attori (rigorosamente famosi)

dall’empireo celeste insieme a Beatrice (che non c’entra una sega)

e ad una scenografia Imponente fatta di rotatorie, cingolati, liocorni e l’intera casata Agnelli Lapo Elkan escluso

I professionisti (rigorosamente famosi)

cominciano a dare adito alle battute

ma entrano troppo nel personaggio

non ne escono più, si viene a creare

una scissione dell’io con conseguente ricovero ospedaliero

Ronconi, dopo aver incassato l’anticipo,

abbandona il progetto, e Amleto

è costretto suo malgrado a mettersi in scena da solo

Nel frattempo Ofelia è rimasta incinta di Otello

aspetta un marmocchio di colore, Amleto si stranisce,

Polonio, padre di Ofelia e simpatizzane leghista,

la prende così bene che gli viene un coccolone tipo Bossi

rimane offeso nella parte destra del volto,

quella secessionista, sovranista nonché populista

Laerte torna dagli studi di Sky sulla Salaria

e comincia ad Inveire contro Amleto

reo di non essersi sposato la sua amata sorella Ofelia

lo sfida a duello. Calcetto.

Amleto scenderà in campo con

la Danimarca vincitrice, a sorpresa, dell’europeo 1992

Laerte risponderà a tono giocando insieme

al mitico Giappone Reale di Holly e Benji

sabato 16 giugno 1589 finale dei Mondiali di Danimarca

Stadio “Bardo” di Elsinore capienza 967.000 posti in piedi

Le formazioni:

Danimarca:

Schmeichel, Sivebeak, Nielsen, Olsen, Christofte, Larsen, Jensen, Vilfort, Andersen, Povsen, Brian Laudrup all:Amleto

Giappone Reale

Benji Price, Bruce Harper, Paul Diamond, Bob Denver, Ted Carter, Julian Ross, Dani Mellow, Tom Becker, Philip Callaghan, Mark Lenders, Oliver Hutton all:Laerte

arbitra il match Pier Luigi Pairetto da Bergamo (coadiuvati di V.a.r)

telecronaca affidata a Fabio Caressa e Beppe Bergomi

La partita si svolge in un clima piacevole

di assoluta correttezza

Muoiono tutti

il Calcio Moderno ci assolva dagli spasimi del Teatro Moderno

Orazio siamo morti, non siamo mai stati vivi, se mai abbiamo vissuto

non siamo mai resuscitati per poter informare i vivi su cosa c’è dopo la morte,

se Dio esiste non fa per noi, se siamo solo carne per i vermi lasciamolo credere ai comunisti, e voi testimoni omertosi di questa vicenda, testimonierete per me davanti al giudice Antonio Di Pietro, che a Teatro il personaggio non esiste, è come l’inconscio o gli Alieni o le Madonne o che piangono, o Luigi Di Maio o Roberto Saviano, non esiste, ma che caso mai esistesse, sti grandi, grandissimi enormi fottuti cazzi! E che se un giorno il Teatro morirà verrà sepolto, sbertucciato, cancellato, completamente dimenticato, fate iscrivere agli atti, che non è tutta colpa dello Stato!

Amleto Punk. Il Resto è un rumore fuori scena

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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