Giovan Bartolo Botta

Cronache Fringeriane 1 Roma Fringe Festival 2015

In Cronache Roma Fringe Festival 2015 on giugno 4, 2015 at 3:08 PM

Un incipit tra il sogno e il son desto

La quarta edizione della kermesse fringeriana capitolina imbecca la nota elevata presentando prima di subito una importante quanto inaspettata novità: il mutamento della zona castalia. Della locazione. Scaduti i termini del triennale contratto affittuario stipulato in passato tra la verticalità fringeriana e il Rangers canadese Trevor Johnson, responsabile presso il parco della Villa mercedica aureliana (il medesimo guardacaccia del parco di Yellowstone, dove in passato l’orso Yoghi fece razzia del cestino da picnic) le parti si sono date appuntamento negli studi dei rispettivi procuratori con la beneamata intenzione di rinnovare gli accordi. Se da una parte, per i notabili del festival gli interessi vengono curati dallo smemorato avvocato della famiglia Simpson Jason Hosher, dall’altra parte è l’avvocato conservatore Carlo Taormina ad amministrare confinio e liquidità della guardia del Quebec naturalizzata sanlorenzina. Ambedue i soggetti hanno parlato lingue differenti non riuscendo a trovare la quadra. Il cambio della sede a quel punto si è reso più utile che necessario. Sono stati sguinzagliati i segugi e dopo aver sollevato un numero imprecisato di cornette appartenenti ad obsoleti apparecchi telefonici, il nuovo spazio è stato finalmente individuato. Castel Sant’Angelo. Zona secretate stanze. Saranno infatti le torride cellette interne al monumentale Fortino lo scenario capace di ospitare oltre settanta compagnie teatrali provenienti dall’ogni dove. Il cambio della location ha reso necessario intraprendere una revisione gogoliana dei regolamenti. Vista la probabile presenza tra gli anfratti di spaventevole fenomenologia Poltergeist, le compagini ammesse alla gara, dovranno assolutamente essere munite di apposito medium con allegata acqua santa. Quest’ultima gentilmente fornita a gitto fordista dalla vicina Santa Sede a prezzo da donazione dell’organo sintetista enzimico. Le compagnie che riusciranno ad accedere alle fasi finali, eclissando possessioni demonologiche, proveranno l’ebbrezza della messa in scena alla presenza dell’attuale pontefice patagonico Mario Bergoglio. Detto Selfie. Il prelato gesuita infatti, non ha mai celato la sua proverbiale passione per la prosa sin dai tempi in cui era a malapena diacono presso la diocesi Isolana Malvina. La chiesa, è risaputo, ha spesso osteggiato le rappresentazioni eccezion fatta per quelle sacre. In epoca buia i teatranti venivano trattati alla stregua della pezzenza e tacitati dalla tonacatura di essere emissari satanici, nonché fomentatori della lasciva condotta. Pontefice Francesco con il suo atto ha preteso la sepoltura delle puritane colpe sotto la coltre del telefonino. Ma non finisce qui come discetterebbe Corrado alla corrida di Corrado. A guardia degli oltre settanta palcoscenici, vedette mascherate da smartphone perennemente ostili alla prosa, ostacoleranno i lavori delle compagnie indipendenti inneggiando alla dittatura del personal computer. Parafrasando zodiaci cavalieri protagonisti di galattiche battaglie: lacrimevole sarà la vallata.

Una prima gittata d’occhio evidenzia come i palchi si trovino ad una distanza siderale l’uno dall’altro. E se nella zona nord del Campo Elisio sant’angiolesco funzionali risciò trainati da seminaristi vescovili traghetteranno il pubblico pagante tra botteghini e graticce, nella zona est saranno invece portali extradimensionali atti a traslare lo spazio-tempo a far accomodare lo spettatore su gradone o poltrona. Taxisti esentati dalla rappresentanza sindacale, verranno messi a disposizione per venire incontro alle esigenze dei teatranti provvisti di scenografia superiore alla cubatura del Sistina. L’inaugurazione dell’evento ha avuto tre distinti momenti che vale la pena assolutamente riportare. Il primo è avvenuto all’interno del glorioso night club Mokambo. Adiacenza viabilità veneta. L’apice della dolce vita felliniana. Tra le piste di codesta balera lo chansonnier pedemontano Fred Buscaglione prese l’ultima sbronza prima di rendere l’anima a Dio schiantandosi contro un pilastro alla guida della sua Thunderbird rosa salmone. Il secondo ha avuto luogo presso la sala consigliare campidolica ove un sindaco Ignazio Marino in versione anatomo patologo si è prodigato a massoterapizzare le giunture degli attori fringeriani ottenendo risultati sorprendenti capaci di mandare a riposo il qualsivoglia riscaldamento grotowskiana. Il terzo ed ultimo momento è avvenuto dentro gli angusti corridoi del palazzaccio giustizionale, dove le compagini teatrali, a mo’ di sambodromo brasiliano, hanno sfilato davanti alle commissioni Siae ed Enpals esibendo a bella vista la documentazione che certifica la messa in regola. Il trambusto carnascialesco ha attirato l’attenzione di una comitiva turistica proveniente dal pianeta Aldebaran (costellazione sconosciuta) che autodispostasi a schiera ha donato all’invettiva pronunziata dal collettivo Artisti 7607 una parvenza da Carro di Tespi ellenico. La serata inaugurale ha serrato i battenti sollevando otri duplomaltati con annessa proiezione integrale del documentario “Giacinta Pezzana, una vita nella vita dando vita al girovita”. Omaggio audio-video alla gigantesca mattatrice ottocentesca. Il fisiologico sostegno metabolico è cominciato. Desta scalpore il sopraggiungere della deputata progressista senese Rosi Bindi, attuale cardine della Commissione Antimafia, prona a sguarciagolare una lista di testi impresentabili che va da Steven Berkoff a Karl Kraus transitando per il pugnace Arthur Schnitzler. Aveva sbagliato indirizzo…

Roma Fringe Festival per un fisiologico sostegno metabolico…

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