Atletico San Lorenzo vs Novella Aosta 2:0
Servono punti in chiavistello salvezza e la dirigenza aurelica corre ai ripari inviando la squadra nel temuto ritiro presso la località termale di Marina di Bibbona. Levante ligure. Giunti in paese a bordo della eterna linea ferroviaria tirrenica (tremilaseicento fermate per otto ore di tragitto), gli atleti rossoblu imbastiscono vettovaglia all’interno delle secretate stanze del convento santacaterinico. Adiacenza grotta Toirana. Lì mister Marcolino, trainer aureliano, agghindato di saio come l’abate pirandelliano Pietro Damiani, proverà a motivare i discepoli rossoblu raccontando loro la toccante parabola del divin pescatore: lasciate che i punti vengano a me, li voglio ittici nella rete della speranza! Non tutti i tigulli vengono per nuocere. In quelle stesse ore, il convento ospita l’ennesima epurazione in salsa mandarina del movimento politico a cinque punte. Ninja in itinere. Comici genovesi in compagnia di telematici meneghini, passano al setaccio il coscienziale dell’attivista pentastellino facendogli fuoriuscire la rendicontazione dall’apparato sfinterogeno, grazie alla efficacissima pratica torturativa della Guantanamo online. Incuriosito dalla presenza della compagine popolar-pallonara in terra Verezza, il guru pentapulciario domanda di poter avere un colloquio privato con coach Marcolino. I due vengono visti confabulare per cinque minuti al tavolo di un noto ristorante della zona. Marcolino ordina mezzo chicco di riso in tazza piccola. Il leader a cinque spigoli, al contrario, sganascia un pranzo pantagruelico a base di interiora del dissidente, facendosi rilasciare ricevuta su tablet. Non ci è dato sapere che cosa si siano sussurrati al padiglione auricolare. Fatto sta che nel meriggio, alla ripresa degli allenamenti, un mister rossoblu in mimetica vietnamense, catechizzerà i suoi atleti con queste parole:
Io sono l’allenatore maggiore Marcolino, vostro capo istruttore. Da questo momento potrete calciare solamente se vi sarà richiesto. E la prima ed ultima giocata che dovrà uscire dai vostri tacchetti sarà signore! Tutto chiaro, scarponi?! Ma che cazzo, non vi sento, palleggiate come se ne aveste per davvero!
Signorsìsignore!
Se voi giocatorini di badminton, finirete questo ritiro e se sopravviverete al torneo, sarete una squadra di calcio. Diverrete dispensatori di schemi e pregherete per scendere in campo. Ma fino a quel giorno siete uno scracio. La più bassa forma di intrattenimento che ci sia nel globo. Non siete nemmeno fottuti esseri umani! Sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta famiglia Agnelli. Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi. Ma più mi odierete, più apprenderete. Io sono un duro però sono giusto. Qui dentro non si fanno distinzioni di nessuna tipologia. Qui si rispetta gentaglia come gobbi, sindacalisti, carbonari, cinabri, mimi, prosatori e danzerini giulebbati. Qui vige l’uguaglianza, non conta un cazzo nessuno. I miei ordini sono quelli di scremare coloro che non posseggono la visione di gioco necessaria per servire il mio beneamato schema! Capito bene, luridissimi scarponi? Come ti chiami, brocco?
Signore, calciatore Mastini, signore!
Balle, d’ora in poi tu sei il calciatore Chiwawa. Ti piace il tuo nuovo nome?
Signorsìsignore.
Beh, c’è una cosa che non ti piacerà. Non si serve il bocconcino umido o il croccantino secco alla mensa dell’Atletico San Lorenzo.
Sei proprio tu, Pelé? E io chi sarei?
Chi ha parlato? Chi è quello scarpone, bidone, tavecchioso, moggiano, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno. Sarà stata la D’Amico su Sky. Vi ammazzo a furia di flessioni, vi faccio venire i linfonodi così gonfi che li potrete utilizzare come mezzi pubblici!
Signore, sono stato io, signore.
Ah, senti senti, abbiamo qui tra noi Niccolò Carosio. Sì sì, tu mi piaci, vieni a casa mia ché mettiamo i dischi, così da poter ballare i lenti. Brutto sacco di letame, io ti metto sotto. Ti rifò i connotati. Tu qui non riderai. Tu non piangerai. Qui si sfacchina e basta. Alzati. Tirati su. Datti una regolata, amico mio. Altrimenti ti svito lo sfenoide e ti lacero la pettorina. E tu che scusa hai? Sei un po’ nervoso? Sei un po’ agitato? Sono io che ti rendo nervoso? Ti dispiace se alleno io per un po’? Quanto sei alto, amico? Uno e sessantatre? Prima non nascevano panchinari così alti. Cerchi pure di fottermi qualche centimetro? Da dove cazzo vieni? Da Mondragone? Io ho sempre saputo che a Mondragone nascevano solo fuoriclasse o mozzarelle. Tu l’aria del fuoriclasse non la possiedi, quindi il cerchio si restringe. Tu pasteggi a bufala? La spandi cruda sulla piazza Margherita? Scommetto che tu ti ingolli uno sfilatino di fior di latte da un capo all’altro della Santa Bibiana. Ti terrò d’occhio. I tuoi genitori hanno anche giocatori normali? Tu sei talmente scarso che sembri un capolavoro del campionato estone. Pratichi spinning? Collezioni figurine? Io dico che la parte migliore del tuo repertorio calcistico si è messa in mutua dai tempi del Lama sindacalista. Mi trovi carino, palla di neve? Ti sembro il pagliaccio del Circo Medrano? Amico, è meglio che cominci a cacarmi assist e gol su di un piatto smeraldino, altrimenti sarò costretto a fustigarti di brutto! E ora fianco sinist! Questo è il mio pallone! Io non sono niente senza di lui, lui è niente senza di me! Muoversi, muoversi, muoversi, gente, gente, gente divertente!
Sul terreno di gioco contro i temutissimi Cavilloni della Novella Aosta, squadra fondata da un nugolo di hippy lambratensi, durante i fattacci della baia porcina, scende in campo un Atletico San Lorenzo mascherato da gioiosa macchina da guerra di stampo bolognino. Divise fluorescenti forgiate per l’occasione dal maestro dei cinque picchi. Cavalierato della Libbra. Truppa motivata. Morale alto. Mercenerismo d’attrito. Appoggio della comunità locale. Fango spalmato su viso. Armamentario portatile. Cuoio capelluto lucido. Duplice ordigno perfettamente deflagrato nell’area avversaria. Nessuna perdita in termini di vita umana. Rancio in abbondanza. Una seconda frazione di gioco tesa alla difesa della trincea. Sollevato il vessillo. Tratto il dedalo. Scagliato il dado. Ossigeno pervenuto tra il sommerso e il salvato. Nicomaco o Noumeno… Atletico San Lorenzo… sotto l’albero regalaci… o’ fenomeno!