Giovan Bartolo Botta

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Cronache Atletico San Lorenziadi 43

In Cronache Atletico San Lorenziadi on dicembre 24, 2014 at 11:37 am

Atletico San Lorenzo vs Novella Aosta 2:0

Servono punti in chiavistello salvezza e la dirigenza aurelica corre ai ripari inviando la squadra nel temuto ritiro presso la località termale di Marina di Bibbona. Levante ligure. Giunti in paese a bordo della eterna linea ferroviaria tirrenica (tremilaseicento fermate per otto ore di tragitto), gli atleti rossoblu imbastiscono vettovaglia all’interno delle secretate stanze del convento santacaterinico. Adiacenza grotta Toirana. Lì mister Marcolino, trainer aureliano, agghindato di saio come l’abate pirandelliano Pietro Damiani, proverà a motivare i discepoli rossoblu raccontando loro la toccante parabola del divin pescatore: lasciate che i punti vengano a me, li voglio ittici nella rete della speranza! Non tutti i tigulli vengono per nuocere. In quelle stesse ore, il convento ospita l’ennesima epurazione in salsa mandarina del movimento politico a cinque punte. Ninja in itinere. Comici genovesi in compagnia di telematici meneghini, passano al setaccio il coscienziale dell’attivista pentastellino facendogli fuoriuscire la rendicontazione dall’apparato sfinterogeno, grazie alla efficacissima pratica torturativa della Guantanamo online. Incuriosito dalla presenza della compagine popolar-pallonara in terra Verezza, il guru pentapulciario domanda di poter avere un colloquio privato con coach Marcolino. I due vengono visti confabulare per cinque minuti al tavolo di un noto ristorante della zona. Marcolino ordina mezzo chicco di riso in tazza piccola. Il leader a cinque spigoli, al contrario, sganascia un pranzo pantagruelico a base di interiora del dissidente, facendosi rilasciare ricevuta su tablet. Non ci è dato sapere che cosa si siano sussurrati al padiglione auricolare. Fatto sta che nel meriggio, alla ripresa degli allenamenti, un mister rossoblu in mimetica vietnamense, catechizzerà i suoi atleti con queste parole:

Io sono l’allenatore maggiore Marcolino, vostro capo istruttore. Da questo momento potrete calciare solamente se vi sarà richiesto. E la prima ed ultima giocata che dovrà uscire dai vostri tacchetti sarà signore! Tutto chiaro, scarponi?! Ma che cazzo, non vi sento, palleggiate come se ne aveste per davvero!
Signorsìsignore!
Se voi giocatorini di badminton, finirete questo ritiro e se sopravviverete al torneo, sarete una squadra di calcio. Diverrete dispensatori di schemi e pregherete per scendere in campo. Ma fino a quel giorno siete uno scracio. La più bassa forma di intrattenimento che ci sia nel globo. Non siete nemmeno fottuti esseri umani! Sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta famiglia Agnelli. Dato che sono un duro non mi aspetto di piacervi. Ma più mi odierete, più apprenderete. Io sono un duro però sono giusto. Qui dentro non si fanno distinzioni di nessuna tipologia. Qui si rispetta gentaglia come gobbi, sindacalisti, carbonari, cinabri, mimi, prosatori e danzerini giulebbati. Qui vige l’uguaglianza, non conta un cazzo nessuno. I miei ordini sono quelli di scremare coloro che non posseggono la visione di gioco necessaria per servire il mio beneamato schema! Capito bene, luridissimi scarponi? Come ti chiami, brocco?
Signore, calciatore Mastini, signore!
Balle, d’ora in poi tu sei il calciatore Chiwawa. Ti piace il tuo nuovo nome?
Signorsìsignore.
Beh, c’è una cosa che non ti piacerà. Non si serve il bocconcino umido o il croccantino secco alla mensa dell’Atletico San Lorenzo.
Sei proprio tu, Pelé? E io chi sarei?
Chi ha parlato? Chi è quello scarpone, bidone, tavecchioso, moggiano, che ha firmato la sua condanna a morte? Ah, non è nessuno. Sarà stata la D’Amico su Sky. Vi ammazzo a furia di flessioni, vi faccio venire i linfonodi così gonfi che li potrete utilizzare come mezzi pubblici!
Signore, sono stato io, signore.
Ah, senti senti, abbiamo qui tra noi Niccolò Carosio. Sì sì, tu mi piaci, vieni a casa mia ché mettiamo i dischi, così da poter ballare i lenti. Brutto sacco di letame, io ti metto sotto. Ti rifò i connotati. Tu qui non riderai. Tu non piangerai. Qui si sfacchina e basta. Alzati. Tirati su. Datti una regolata, amico mio. Altrimenti ti svito lo sfenoide e ti lacero la pettorina. E tu che scusa hai? Sei un po’ nervoso? Sei un po’ agitato? Sono io che ti rendo nervoso? Ti dispiace se alleno io per un po’? Quanto sei alto, amico? Uno e sessantatre? Prima non nascevano panchinari così alti. Cerchi pure di fottermi qualche centimetro? Da dove cazzo vieni? Da Mondragone? Io ho sempre saputo che a Mondragone nascevano solo fuoriclasse o mozzarelle. Tu l’aria del fuoriclasse non la possiedi, quindi il cerchio si restringe. Tu pasteggi a bufala? La spandi cruda sulla piazza Margherita? Scommetto che tu ti ingolli uno sfilatino di fior di latte da un capo all’altro della Santa Bibiana. Ti terrò d’occhio. I tuoi genitori hanno anche giocatori normali? Tu sei talmente scarso che sembri un capolavoro del campionato estone. Pratichi spinning? Collezioni figurine? Io dico che la parte migliore del tuo repertorio calcistico si è messa in mutua dai tempi del Lama sindacalista. Mi trovi carino, palla di neve? Ti sembro il pagliaccio del Circo Medrano? Amico, è meglio che cominci a cacarmi assist e gol su di un piatto smeraldino, altrimenti sarò costretto a fustigarti di brutto! E ora fianco sinist! Questo è il mio pallone! Io non sono niente senza di lui, lui è niente senza di me! Muoversi, muoversi, muoversi, gente, gente, gente divertente!

Sul terreno di gioco contro i temutissimi Cavilloni della Novella Aosta, squadra fondata da un nugolo di hippy lambratensi, durante i fattacci della baia porcina, scende in campo un Atletico San Lorenzo mascherato da gioiosa macchina da guerra di stampo bolognino. Divise fluorescenti forgiate per l’occasione dal maestro dei cinque picchi. Cavalierato della Libbra. Truppa motivata. Morale alto. Mercenerismo d’attrito. Appoggio della comunità locale. Fango spalmato su viso. Armamentario portatile. Cuoio capelluto lucido. Duplice ordigno perfettamente deflagrato nell’area avversaria. Nessuna perdita in termini di vita umana. Rancio in abbondanza. Una seconda frazione di gioco tesa alla difesa della trincea. Sollevato il vessillo. Tratto il dedalo. Scagliato il dado. Ossigeno pervenuto tra il sommerso e il salvato. Nicomaco o Noumeno… Atletico San Lorenzo… sotto l’albero regalaci… o’ fenomeno!

Giovan Bartolo Botta ospite su Radio Kaos Italy

In radiofonie, Valli a prendere. Racconti & poesie. on dicembre 23, 2014 at 3:31 PM

https://www.mixcloud.com/RadioKaosItaly/drago-circus-mercoled%C3%AC-10-dicembre-2014/

E’ online il podcast della puntata del 10 dicembre di Drago Circus, trasmissione radiofonica condotta da Andrea Drago Striano su Radio Kaos Italy con ospiti Valerio Carbone e Giovan Bartolo Botta. Si parla tra le altre cose del libro ‘Valli a prendere – racconti & poesie’ in uscita per Edizioni Haiku.

Valli a prendere copertina

Le intervistazioni sull’Atletico San Lorenzo 2 con Giovan Bartolo Botta

In video on dicembre 21, 2014 at 12:49 PM

riprese e montaggio di Luigi Celebre

Monologo di Topolino tratto da IN PRINCIPIO FU D.M.

In teatro on dicembre 20, 2014 at 1:29 PM

Topolino Sturatevi bene le orecchie. Posso avere la vostra attenzione?! Fatemi capire, che problemi avete qua dentro, si può sapere? Il vostro partito non è entrato in parlamento? La vostra squadra del cuore vi riempie di delusioni? Vostra moglie è scappata con un ballerino dello Sri Lanka? Fatemi capire, metti giù quella birra e ascolta! La birra è per chi riesce a scritturare gli attori. Credi che stia scherzando? Mi hai preso per il pagliaccio del Circo Togni? Io vengo dalla direzione, rappresento Master&Puppet e sono venuto qui perché fate pietà. Tu sei Leandro?

Leandro Sì.

Topolino Ti consideri un agente per attori, testa di cazzo?

Morse Io vi saluto.

Topolino Tanti saluti, amico. Perché la buona notizia è che siete sollevati dai vostri incarichi, a Dio piacendo. La pessima notizia è che avete a disposizione una settimana per riconquistare il posto di lavoro. A partire da adesso. Dagli attori che riuscirete a mettere sotto contratto ora. Adesso fate attenzione, vedo. Ottimo. Abbiamo aggiunto altri premi alla gara delle scritture di questo mese. Tutti voi sapete che il primo premio è un soggiorno a Berlino con allegato di Fiat 500, tanto per solleticare i coglioni alla famiglia Agnelli. Volete sapere qual è il secondo premio? Un tostapane. Terzo premio il licenziamento. Avete capito? Tu ridi ancora? Vi danno gli attori, Master&Puppet si sono fatti in quattro per farli arrivare nella scuderia, vedete di procurare loro del lavoro. Spettacoli, pubblicità, fiction, qualunque cosa ma fateli lavorare! Se non riuscite a piazzarli nelle produzioni, se non riuscite a farli recitare manco in parrocchia, se siete delle teste di cazzo, allora eclissatevi perché siete licenziati.

Leandro Quelli che ci date voi non sono attori, sono cani.

Topolino Sei tu che sei un cane. Io faccio questo lavoro da dieci anni.

Morse Come ti chiami?

Topolino Un paio di palle. Ecco come mi chiamo. E lo sai perché allocco? Tu sei venuto qui in bicicletta o con il mezzo pubblico mentre io ci sono venuto con il SUV. Ecco come mi chiamo. E tu ti chiami Pessimo Agente. Non sai fare questo mestiere? Non sai trattare con le produzioni? Allora vattene a casa e chiama lo psicologo. Perché c’è solo una cosa che conta in questa vita: mettere gli attori sotto contratto dentro le fottute produzioni. Dovete agire! Le produzioni non chiamerebbero se non avessero bisogno di attori. Le produzioni vi aspettano per reclutare i vostri di attori e voi cosa fate? Dormite?

Morse Robe da pazzi. Se sei uno con le palle, se sei così bravo nel tuo mestiere, perché vieni a perdere tempo con un branco di incapaci come noi?

Topolino Vedi questa cravatta? Allora la vedi? Questa cravatta costa più della tua casa. Io ho messo sotto contratto 35 attori l’anno scorso. Tu quanti? Capisci, bello?! Ecco chi sono io. Mentre tu non sei niente. Sei una brava persona? Buon per te. Hai coscienza politica? Vatti a sfogare nella tua sezione di partito. Senti che il mondo è ingiusto? Sfogati con Beppe Grillo! Vi sentite umiliati? E non vi sentite umiliati a lavorare così male? Io potrei uscire da qui e piazzare un mio attore in un reality show nel giro di 15 minuti mentre voi state qua a farvi le seghe! Imparate il mestiere! Sgobbate! Interagite con le produzioni, fatelo, altrimenti siete fottuti. E sapete cosa direte una volta che vi avranno ricoverati al centro anziani… ‘Eh sì, ero un agente dello spettacolo una volta, che begli anni gli anni ’80’. Questi sono i nuovi attori. Questi sono i nominativi degli attori diplomati alla Silvio D’Amico. Questo è manna dal cielo, roba che ora voi non avrete perché darla a voi equivarrebbe a gettarla nel cesso. L’avrà solo chi inizia a scritturare gli attori. E per tornare alla tua domanda, Morse, perché sono qui? Sono qui perché Master&Puppet me l’hanno chiesto per favore, ma il vero favore se lo faranno da soli se vi sbatteranno a calci in culo fuori da qui. Buona giornata e… buon lavoro.

IN PRINCIPIO FU D.M. al Doppio Teatro di Prati, Roma.

In in scena on dicembre 20, 2014 at 1:26 PM

Produzioni Nostrane presenta

LocandinaDic-2014-page-001

dal 18 al 21 dicembre 2014, gio-ven-sab ore 21, dom ore 18
Doppio Teatro
Via Tunisi 16, Prati, Roma (Metro Ottaviano/Cipro)
info e prenotazioni 3285468526 – info@doppioteatro.it
www.doppioteatro.it
Ingresso € 5 + 2

IN PRINCIPIO FU D.M.

testo e regia di Giovan Bartolo Botta

con
Davide Grillo
Silvio Impegnoso
Flavia Martino
Lorenzo Marziali
e Giovan Bartolo Botta

Sinossi
Nel principio io creò i cieli e la terra. Ma questi sono affari suoi. In principio fu D.M. La dea del teatro osservò la situazione e vide che era cosa buona e giusta. Indi scisse D. da M. e fece dono loro di un copione teatrale. Osservò la situazione e vide che era cosa buona e giusta. Da una costola di D. creò Daniele, da una costola di M. creò Massaro. Osservò la situazione e capì di non essere onnisciente né onnipotente. Rimescolò il brodo primordiale e ricomparve D.M. La dea del teatro osservò e vide che era un grosso errore. Cominciò a recitare, non ci pensò più, ci dormì sopra, si trovò un’agenzia dello spettacolo, cominciò a frequentare party per attori dove si discute unicamente di provini per attori. Dopodiché ci pensarono gli altri. Gli attori.

Una messa in scena che tenta di trasudare climax da secondo anello curva Maratona. Gli attori brancolano nel loro ufficio simbolico smussando i lati tramite fissità. Fanno tutto loro. Il lavoro sporco come quello pulito. Il bello e il cattivo tempo. Comprese le mezze stagioni. Luci accese in sala, tanto per ammiccare a un Brecht mai domo. O forse meno ancora. Autosufficienza attorale pura e omeopatia tecnologica. Come ai tempi che furono.

“In principio fu D.M.” mette in primo piano le vicende grottesche di un’agenzia di spettacolo i cui dipendenti hanno un solo scopo, piazzare i propri clienti/attori per poter scalare un assurda classifica interna ed evitare il licenziamento.

Un gioco surreale e ironico in cui l’unica regola è “nessuna regola”, ogni sotterfugio, espediente e macchinazione sono consentiti per scavalcare i propri colleghi, emergere vincere e sopravvivere.

Una commedia dai ritmi serrati e dalla messa in scena scarna ed essenziale dove gli attori, senza l’ausilio di effetti di luce, costumi e scenografia, tirano le fila di un racconto tristemente attuale in cui l’ossessione del lavoro, qualsiasi esso sia, diventa l’unica speranza di sopravvivenza, l’ultimo baluardo a cui aggrapparsi con tutte le proprie forze a discapito di tutto e tutti.

Saint Lawrence d’Arabia

In attualità, San Lorenzo da delegalizzare on dicembre 19, 2014 at 3:55 PM

Raggruppati alla stregua montona all’interno della cinta daziaria capitolina presso il quartiere San Lorenzo. Presente l’eterogeneità dello spirito animico aureliano instillato in unità carboniche sofferenti temperature basso-padane. Dissoluta la pelle d’oca sull’epitelio degli arti periferici superiori. Davanti al cancello d’ingresso, vigilantes privati mascherati da avventisti del giorno settimo, ci perquisiscono tasche di pantaloni alla zuava, con intento minatorio. L’ordine è quello di fermare sul nascere eventuali reati spioniferi. Dovranno accontentarsi dell’inverno del loro scontento. Non lasceranno nulla d’intentato sequestrandoci tessere sanitarie a titolo cautelare. Veniamo gentilmente fatti accomodare su degli improbabili seggiolini in pelle di demone della Tasmania. L’amministrazione comunale prova a dare segnali sobriosi. Nessuna tartina offerta su vassoio. Acqua al mercurio servita in calici plasticosi. Nettare sotterraneo viterbese. Lo spartanesimo è talmente eccessivo da indurre l’elemento umano al disagio emotivo. Uno sprovveduto residente accenna a voler appendere su muraglia il vessillo sdoganativo. Verrà bastonato sul femore da un ranger canadese fatto pervenire per l’occasione direttamente dal parco Yellowstoniano. Un galoppino claudicante agghindato da Farinelli compila accuratamente l’ordine degli interventi. Paggi in livrea, provvedono celeri a distribuire silicone sigillante sopra mucose orali aureliche. Gli architetti nipponici Tetsubo Harada e Hidetoshi Nakata (riciclatosi geometra Filini) cominciano ad illustrare ai presenti il nuovo progetto urbano per il quartiere San Lorenzo, esordendo attraverso una sottospecie di chiosa giullaresca: Venghino et ammirino siori come il vostro amato barrio somigli clamorosamente alla pendice newyorkese appillata come isola Manhattan! Il proferire discorso muore sul nascere. Sul virgolettato, il numero d’epistassi è tale da indurre il servizio d’ordine al richiamo della guardia medica. In settimana, il premier Pinocchietto, presentando alla stampa internazionale lo studio di un Urbe a cinque cerchi, era apparso limpido nell’unione degli intenti. Il rilancio della capitale transita anche se non sopra ogni cosa dal fatto di riuscire a trasformare il quartiere aurelico nella novella Manhattan romana. Tocca all’assessore allo sviluppo urbano Dott. Luciano Gaucci, in quota progressista, scendere nei particolari del partorito pensiero illustrandone minuziosità e sofismi. Una via Tiburtina navigabile al pari del fiume Hudson. Edificazione sulla via medesima di un modernissimo ponte levatoio in stile accadico ribattezzato Pontile da Verrazzano Segundo. Famigerato scopritore dei terreni sui quali verrà edificato il futuro quartiere popolare. Stiamo transitando nei dintorni del secolo sedicesimo. Le terre appartengono alla spudorata corona olandese, la quale verrà cacciata grazie ad un esercito di cinquecento braccianti abruzzesi bucolicamente invasati, i quali riusciranno a sconfiggere il temutissimo esercito di Sua Maestà Guglielmo D’Orange nella famosa battaglia bruza. Il Gaucci, per nulla domo, pervaso da una eccessiva produzione sebacea nel chakra diciassettesimo, quello del plesso bancario, comincia a delineare il futuro scenario di quartiere. Una villa mercedica commutata in Central Park dentro il quale poter sgolare galloni whiskosi nascosti nel sacchetto del pane. Locali notturni alla moda Tribeca frequentabili dai ventun anni a salire. Quadrante degli Osci pronto a divenire una copia deforme della Little Italy d’oltreoceano. Dieta mediterranea. Via Sabella ammiccante alla China Town del grosso Guaio A… Kipposità yiddish sul tracciato retardo. Campanile Immacolato rinforzato da stilemi gotici facendo così l’occhietto alla cattedrale San Patritica irlandese. Taxi gialli a banda laterale quadrettata condotti da soggetti scorsesiani. Rapposità cinabre a gitto propulsorio. Nuovo Cinema Palazzo occupato, scorporato e trasformato in tante sale broadwayanamente bonsai. Esc come l’Hilton Hotel. A Omnia Sunt Communia tutto è comune. Il posto ideale per far sorgere il nuovo grattacielo delle Nazioni Unite. Il complesso sarà inaugurato dall’intramontabile divo Anthony Perkins. Fattezze da tonno. Sulla tragitta dalmata i mercati mondiali speculeranno su valuta nominale in quella che diverrà una Wall Street oriunda. Sally Brown Rude Pub retrocesso a Studio 54. Donna Summer docet. Obbligo della bevanda calorica cucita su buccinale. Frittura al sacco. Residente costretto nella riserva indiana. E sorbetto in bicerinis… l’Atletico San Lorenzo calcio popolare ripubblicizzato in compagine da N.F.L. Football League. Ovale la palla. Giallo cardamomo il casco. Spalle larghe. Numero bianco su divisa verde pistacchio. Al quesito sull’abbattimento doganale, il soggetto istituzionale risponde sfoderando un idioma ittita incomprensibile ai più…
Premonizioni ad altitudini elevate per la Libera Repubblica di San Lorenzo.
Saint Lawrence. Statue della libertà in alluminio. Quando l’ambizione surclassa il buonsenso, si è giunti al punto di non ritorno…

Uffa Robot

In attualità, San Lorenzo da delegalizzare on dicembre 14, 2014 at 1:43 PM

“Ricorda con arabica” soleva affermare il drammaturgo britannico John Osborne, leader indiscusso ed indiscutibile degli spavaldi Angry Young Men, che in anni ciclotimici scombussolarono le coronarie del Commonwealth. L’inchiesta giudiziaria della cupola capitolina sconvolse equilibri omeostatici di precarie esistenze. Il governo del giovanilismo rottamatorio staccò la presa di corrente conducendo l’intero paese verso l’urna. Quella cineraria. Venne indetto un referendum nazionale pari per importanza a quello del secondo conflitto bellico mondiale novecentesco. Il quesito fu: politica o tecnocrazia? Il sistema tecnocratico sbriciolò in effige l’apparato politico. Da quel momento il requisito unico per settare il deretano all’interno dell’arco parlamentare montecitorico fu: possedere il diploma da perito tecnico. In un ultimo sussulto diaframmatico la compagine parlamentare riuscì ad eleggere il nuovo capo dello stato italiano: uno smartphone! Il presidente smartphone emetteva un monito al giorno: bip. Dopodiché verteva sull’auspicio. Durante i discorsi della notte sansilvestrina i moniti si elevavano al cubo: italiani bip bip. Nella sua prima sortita pubblica post nomina, il capoccia statale adocchiò il sindaco capitolino ligure costringendolo a rinforzare la giunta inserendone all’interno elementi provenienti dall’ambiente carbonchio. Ovviamente periti tecnici. Venne stipulato un accordo che passò alla storia come “patto telematico capitale”. Un campidoglio deluxe capitanato da un primo cittadino chirurgo e da una schiera di provata esperienza nel proprio settore assessorale competenziale. All’istruzione un F35. Al bilancio un calcolatore digitale. Al demanio una spillatrice. Al commercio un registratore di cassa. Al benessere una vasca idromassaggio. Al turismo uno yacht. Al marketing gli occhiali del secondogenito Elkann. Alla salute una tomografia assiale computerizzata. All’arredo urbano una betoniera. Alla cultura un mouse. Il giorno di insediamento della giunta, il responsabile all’arredo urbano annunciò agli assenti in sala consiliare il varo dell’attesissimo ‘Progetto Sintesi’. Piano atto a riqualificare il territorio in chiave microchipica. Necessitava scegliere un rione come laboratorio d’attuazione. L’unanimità tecnica serrata tra le mura del palazzo Barbagianni fece ricadere la scure sul cippo del quartiere San Lorenzo. Barrio indisciplinato geneticamente. Il magistrato Basettoni, parente del commissario, nominato curatore fallimentare dell’anacronismo, fece sciogliere la Libera Repubblica di San Lorenzo con l’accusa di analogismo. Le autorità operarono sul sistema educativo ribaltando copernicamente la riforma gentiliana. Niente più separazioni in cicli scolastici bensì un unico cammino apprenditoriale dall’utero materno all’esodazione, caratterizzato dal nozionismo tramite tablet. Sintetismo radicale. Agli indotti, basterà schiacciare il tasto cinabro del palmare per interiorizzare l’essenziale mengoniano. Giugurta: un birbone. Silla: militare. Francisco Franco: un biricchino. Nepal: un paese come un altro. Tamigi: acqua non potabile. Freud: un impiccione. E via discorrendo. Elencando. Questo sistema nozionistico omicida dell’analisi ha creato nelle novelle leve aureliane uno scompenso vibrazionale sul piano emozionale. Ci si annoia prima di subito. Le relazioni interattive nascono per sbaglio e mutano a ritmo fordista in quanto non si ha più nulla da dirsi prima ancora di conoscersi. I capoccia istituzionali, per arginare questo preoccupante fenomeno depauerativo curiosale, hanno fatto dono alla pischellanza di un gigantesco parallelepipedo commerciale elargente un unico prodotto: il tablet. Tutti i palazzi del quadrilatero sono stati accorpati in modo da costituire un cubo cementifero vagamente somigliante ad un alveare arnico. Pareti pittate giallo fluorescenza. Alloggi minimali. Si dorme in piedi alla moda equina. Non è permesso tenere animali domestici se non sotto forma tamagochica. Costantemente monitorati gli amplessi. Possibili esclusivamente in streaming. Due a lustro. La domenica mattina i polidi sono costretti a recarsi presso l’impianto sportivo al fine di sostenere la compagine calcistica rionale: il pc San Lorenzo. Sede legale a Marina di Bibbona. Levante ligure. Sede fiscale non pervenuta. L’intera squadra è composta da avatar, eccezion fatta per l’estremo difensore che è un androide. Al residente viene riconosciuto un debito di cittadinanza da saldare entro e non oltre il 15 del mese. Il reame consente al cittadino una specie di particolare trattamento eutanasico. Appena sentoreggi decadimento wertheriano, puoi recarti nell’apposita cabina magnetoide, lì un inserviente ti fornirà gentilmente un apparecchio telefonico mobile con il quale potrai chiamare a rotatoria libera fino al sopraggiungere della metastasi irreversibile. Oggi è giorno gaudente per l’intera comunità. Verrà infatti a farci visita il nuovo proprietario delle nostre vite: Hall 9014, gioviale intelligenza artificiale di clarkiana dicitura…
Il sonno sussulta e fugge…

IN PRINCIPIO FU D.M. al Nuovo Cinema Palazzo di San Lorenzo, Roma.

In in scena on dicembre 10, 2014 at 2:23 PM

Giovan Bartolo Botta

Produzioni Nostrane presenta

LocandinaDic-2014-page-001

Anteprima
Domenica 14 dicembre 2014 ore 21
Nuovo Cinema Palazzo
Piazza dei Sanniti, San Lorenzo, Roma
www.nuovocinemapalazzo.it

IN PRINCIPIO FU D.M.

testo e regia di Giovan Bartolo Botta

con
Davide Grillo
Silvio Impegnoso
Flavia Martino
Lorenzo Marziali
e Giovan Bartolo Botta

Sinossi
Nel principio io creò i cieli e la terra. Ma questi sono affari suoi. In principio fu D.M. La dea del teatro osservò la situazione e vide che era cosa buona e giusta. Indi scisse D. da M. e fece dono loro di un copione teatrale. Osservò la situazione e vide che era cosa buona e giusta. Da una costola di D. creò Daniele, da una costola di M. creò Massaro. Osservò la situazione e capì di non essere onnisciente né onnipotente. Rimescolò il brodo primordiale e ricomparve D.M. La dea del teatro osservò e vide che era un grosso errore. Cominciò a recitare, non…

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Cronache Atletico San Lorenziadi 42

In Cronache Atletico San Lorenziadi on dicembre 9, 2014 at 6:54 PM

Atletico San Lorenzo papaveri e papi

La compagine maschile del basket popolare, fresca di liberazione dopo un’interminabile prigionia all’interno del covo oregoneano del sassofonista nero che in anni di sbornia giudiziaria fece trascorrere alla famiglia Carrisi ore balorde, si affida alle premure della equipe psicoterapeutica operante presso sportelli grancocomerici al fine buggeraggio del disturbo post-traumatico da stress. Il programma riabilitativo messo in atto dagli analisti è quello di sottoporre gli atleti ad estenuanti sessioni ipnotico-regressive così da far riemergere sul piano coscienziale il Larry Bird in nuce celato all’interno del loro substrato identitario. L’esperimento riesce a tentoni. Memo Scianaca, l’esperto pivot aurelico, duramente provato dalla esposizione ipnotista, abbandona lo sferisterio durante il match d’apertura dell’attuale campionato cestarolo. Autoproclamandosi contattista ufficiale Sanlorenzino nei confronti dell’essere alieno proveniente da dimensioni impercettibili alla limitatezza del sensare umano. Dicesi effetto collaterale dell’operare olistico. Dodici confezioni di demoperizolo, potentissimo farmaco beta-bloccante che la maga Circe somministrò al guerriero acheo Ulisse per convincerlo a soggiornare sull’isola Calipsa, non saranno sufficienti ad allontanare il disturbo dissociativo dall’ipofisi dell’atleta rossoblu. Coach Carter, in arte Sergio Ianniello, si è visto costretto all’estrema ratio: fuori Scianaca, dentro un impresentabile Hakeem Abdul Olajuwon, l’ex schiacciatore nigeriano in forza agli intramontabili Houston Rockets. Appesantito da anni di alimentazione basata sul cereale industriale, trascinato verso sentieri perditori dalla molesta tigre dei Frosties, spossato da una fastidiosa tenia dovuta all’abuso da affettato, Hakeem The Dream è riuscito nell’improbabile impresa di riportare il bite sui volti cinabri di una tifoseria sbigottita. Salvando così il trainer campano da un esorcismo alla Emily Rose. Dove la scemenza medico-allopatica zoppica, l’usato sicuro cammina ritto sormontando esami obbiettivi neurologici. Olajuwon, vecchia tinca. Una scommessa vinta dalla rancina dirigenza aureliana. L’ennesima. A prezzo da fiera dell’Est…

Le fromboliere del calcio femminile Sanlorenzino passeggiano sui resti della Millesimo S.P.A., impartendo alle sventurate avversarie una lectio magistralis di cinismo applicato a strategia politico-industriale. Millesimo. Roccaforte liguricamente ponentata adiacenza Seborga. Un principato immaginario quanto il malato molieriano. Centotrentadue residenti. Imparentati tra loro. Simpatie sabaude dai tempi della regale Mafalda del casato savoiardo. Tentazioni badogliane in vitro. Federalismo alla carlona. Confessione religiosa dedita all’opportunismo. Rotoloni asciugatutto come carta costituzionale. Idioma alfieriano previo utilizzo del quotidiano interagire. Economia basata sullo sfruttamento del citrullismo turistico estero. Euro nominale come moneta di scambio. Valore traslazionario al netto del potere d’acquisto: un caffè uguale mille euro. Reddito minimo pro capite: svizzero. Suonano uno spartito differente le ragazze aureliche del quartiere popolare capitolino. Principato immaginario contro Libera Repubblica. Diatriba tra forme organizzative. Ne scaturisce un crescendo sinfonico boleriano. Sette centri in sette minuti. Tutte autoreti. Il Principato di Seborga è sciolto per opacità apoplettica. Atletiche donne. Quattro partite, altrettante vittorie. Punti zero. Misteri della fede…

Audace colpo dei soliti noti. Durante l’incipit settimanale l’ex pubblico ministero Montenero Bisaccino Antonio Di Pietro, scombussola l’opinione corrente annunciando urbi et orbi, il suo definitivo congedo dalla funzione pubblica. Addio al routinatorio politico attivo. Ritiro monacale verso un’esistenza agreste. Visioni bucoliche nel futuro del Tonino Nazionale. È questione di afflati. Il presidente aureliano eternamente presente Francesco detto Panuccio vola a Vasto per raggiungere la segreteria nazionale del partito valoriale con l’intento d’assicurarsi le prestazioni sportive dell’ex togato. L’accordo viene raggiunto attraverso una manetta ai polsi. Autografati i contratti davanti ad un giudice terzo, il neoacquisto Atletico, raggiunge il quartiere San Lorenzo in giornata per essere a disposizione del coach Marcolino prima di subito. Lo scontro domenicale contro la Sanpolese si presenta come ostico. Per la prima volta dal giorno della sua fondazione, la squadra Sanlorenzina, sarà orfana dei suoi proverbiali supporter. Costretti al riposo forzato da una fastidiosa mancanza acetilcolinica muscolare giunta al termine di una partitella a pallone dagli esiti drammatici. Cinque gli scompensi cardiaci. Dodici i ricoveri al nosocomio in codice carminio. Sette dispersi. Non pervenuti i decessi. Il team Sanpolese cela nel costato del nero seppico. Fondato nel lontano 1978 dal parentado in ultimo grado dell’ex leader carbonchio G. Fioravantini, è ultimamente balzato agli onori della cronaca per essere stato accostato all’inchiesta giudiziaria sulla piovra capitolina. Sembra infatti essere l’unica fede calcistica dell’intero registro indagatorio. Manna dal cielo nelle mani del rogatore Di Pietro schierato dal trainer al centro della linea Maginot difensiva. “Io e Caci siamo come gemelli siamesi, faremo scattare l’operazione Piedi Puliti, avvertite in federazione”, così si esprime l’ex giudice ai microfoni della Radio Maria Magdalena. Alberto Caci, perno della squadra, non gradisce la tentazione giustizialista. La coppia si bersaglia in campo a colpi di ‘che c’azzecca!’. Il direttore di gara, invita gli attanti a terminare l’alterco sotto la doccia. La squadra ospite, viaggia sul velluto, piazzando un triplice ordigno alle spalle dell’estremo difensore aureliano Marco Canizares. San Babila style. Con allegato giubbotto in pelle e pitbull al guinzaglio. L’Atletico San Lorenzo solleva il vessillo candido esternando una cagionevole condizione piscofisica. Inutile indirizzare la colpa della sconfitta sull’arbitro… anche se quest’arbitro presentava le fattezze della Milena Gabanelli catodica…

Monologo tratto da IN PRINCIPIO FU D.M. di Giovan Bartolo Botta

In teatro on dicembre 7, 2014 at 2:28 PM

“Trent’anni fa eravamo tutti socialisti. Non poteva essere altrimenti, eri affascinato da figure come Craxi o De Michelis. Avevano potere, carisma, successo, donne, volevi essere come loro. Io ne sono fiero di aver fatto parte di quella generazione. Tutto era più chiaro, tutto era più a fuoco. Bastava unire i puntini. Capisci? Poi c’è stata Tangentopoli. La fine di un mondo. Il termine della favola. Un po’ la storia dello Studio 54. Hai mai ascoltato le musicassette di Cristina D’Avena? I Muse non sono nulla in confronto. Ti vuoi godere la vita? Fare l’alba nei locali notturni? Fallo! Fa’ quello che ti senti, non ti lasciar schiacciare dal senso di colpa. Dimmelo sinceramente, ti dà una sincera ed onesta soddisfazione scaricare la musica da Itunes? Il piacere dell’oggetto, il puzzo analogico, il sapore di stantìo, è questo quello che manca alla vostra generazione. Sì, avete la tecnologia, d’accordo, sapete navigare in internet, chattare con chi sta dall’altra parte del mondo ma scommetto che il sapore della fica non sapete dove sta di casa. Gli anni ’80 sono passati e cosa ci hanno lasciato in eredità? Rimpianti, sbronze, settimane bianche e l’HIV. Voglio dire, che cos’è la vita? La vita sono gli anni ’80. Ambizione, arrivismo, soldi, fama, successo, potere e sesso. Gli anni ’80 sono terminati? Sì. C’è modo di farli tornare? Sì. Ora Michele, tu sei giovane, hai talento, sei un buon attore, sei deciso, hai personalità da vendere; quello che ti manca per sfondare è un tocco di anni ’80. Lascia perdere l’agente con cui sei sotto contratto adesso, disdicilo, quello ha aperto da un paio d’anni, non sa neanche di che colore sono fatti gli anni ’80. Guardami negli occhi, ho qui un contratto ed una penna… quello che io voglio è farti sentire un re.”